Le migliori poesie inserite da Angela MORI

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Scritta da: Angela MORI
Ora io mi fermo qui
sulla sabbia
mi stendo e resto zitta.
Inerme, sola, distante.
Io mi fermo qui,
ad ammirare il posto
dove tutto ha un inizio e ha una fine,
a cercare di capire dov'è quel filo sottile
che divide il cielo dal mare.
Mi abbandono alla sabbia umida e fredda
e sento il cuore palpitare
al ritmo delle onde.
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    Scritta da: Angela MORI

    Hai bisogno solo di me

    Lascia che i tuoi miraggi si avverino,
    Lascia ce le mie mani ti sfiorino.
    Non hai ricordi di quel che è stato
    Perché navighi in acque scure
    E se ce li hai, li scompigli ancora
    Perché vuoi sempre vagare.
    Lascia che la tua vela si allarghi
    Ed io enfatizzi su di essa il mio respiro,
    Abbandonati al volere dell'amore
    E che sia lungo,
    Poiché non siamo più bambini.
    E ti so tra quelle acque stanotte,
    Ti so in un altro mare
    Come devo stare? Io sto male!
    Tu dici di non temere,
    Io pavento tu possa affondare.
    Se la tua cupida bocca
    Bevesse altra acqua,
    Se il tuo corpo accaldato
    Si saziasse d'altra linfa?
    Smettila di viaggiare,
    Stai con me, cedi solo a me
    Il tuo cuore sfregiato
    E la tua virilità ormai navigata,
    Che la notte non mi farà paura.
    Illuminerò io le tue serate,
    Sarò io l'oceano che hai sempre voluto,
    Il faro più splendente,
    La stella maestra,
    L'ancora più sicura,
    La sabbia più calda.
    Fermati e rimani,
    Rammenterai appena le tue viaggiate.
    Non hai capito ancora
    Che hai bisogno della terra
    Ed io qui ferma ti aspetto ancora!
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      Scritta da: Angela MORI

      Agli artisti

      Beviamo tutti il vino della follia,
      Nel calice dell'esultanza che la contiene.
      Miscelando alle vene,
      La saggezza alla frenesia.
      Irragionevole diventa appagato,
      Chi si sfama alla tavola dell'arte.
      Per lei si sfida il rischio,
      Si gioca con la sorte,
      S'ingoiano critiche,
      E ci si abbiglia ad applausi.
      Per lei si galoppa su cieli di terra,
      Ci si sdraia su terre di nuvola,
      Per lei si patisce, si gioisce,
      Si provocano il pianto altrui e il sorriso.
      Il sangue dell'artista è adrenalina,
      Il cuore batte forte a ogni creatura
      Che partorita viene.
      L'artista distingue ovunque l'armonia,
      Ammira l'abiezione e la bellezza,
      Le condivide anche quando le disprezza,
      Che sia cantata, letta o dipinta,
      Che sia suonata, ballata o interpretata,
      L'artista sfoggia la sua Musa,
      Al mondo intero spesso,
      Celata, schernita e disillusa.
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        Scritta da: Angela MORI

        Dal sogno alla realtà

        S'imprigionava nei miei sogni ogni sera,
        diventava ciò che volevo fosse
        conversava le lingue che sapevo parlare,
        giocava agli spassi che volevo fare,
        vestiva di chiaro e mi stringeva la mano,
        tra prati città e spiagge lontano
        con lui correvo e mai mi fermavo.
        Passava la notte in fretta
        e appariva il mattino;
        se ne andava dissolvendosi,
        sfolgorando come stella
        nel primo respiro che da sveglia esalavo
        mentre il sole piano schiariva
        e tra le mie ciglia con i suoi raggi appariva.
        Cedeva sul mio cuscino una lacrima,
        e sulla mia guancia una carezza.
        Risuonava durante il giorno la sua risata,
        nella mia mente fiduciosa
        che voglia della notte mi dava
        e paura del buio mi contestava.
        Ora sono donna e sono moglie,
        non sogno più un gioco fanciullesco
        della triste realtà mi deturpo,
        e da bambino ora lui è uomo,
        la notte non aspetta gli incanti,
        di carne è adesso plasmato,
        mi prende l'anima e il corpo a suo volere,
        a quando era fanciullo, non è per nulla uguale,
        concepisce poco amore e molto astio
        crudele mi mortifica nel suo gioco,
        la mela del peccato è il frutto di cui mi sfama,
        di semplicità non e fatta la sua brama,
        non corre e non ride nel crudele sguardo,
        la sua risata non echeggia durante il giorno,
        solo le sue urla se non è assecondato
        nel nero della notte non brilla,
        e la sua mano, non lascia sul mio viso una carezza.
        Matrimonio frustrato che non finisce al mattino,
        bagna adesso una lacrima ancora,
        il mio cuscino.
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