Scritta da: Antonio Belsito
È come un sogno a primavera
quando sopraggiunge la sera
e il sole ne risente
perché s'immerge nel mare
e saluta la gente.
I ricordi,
come foglia sull'acqua,
annaspano
e si addormentano.
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È come un sogno a primavera
quando sopraggiunge la sera
e il sole ne risente
perché s'immerge nel mare
e saluta la gente.
I ricordi,
come foglia sull'acqua,
annaspano
e si addormentano.
Cosa sai tu del dolore?
Tu conosci il dolore
che strazia il cuore,
strapazza la mente,
apre ferite?
Tu conosci il dolore mentre corre,
il dolore mentre guarda,
il dolore regalato?
Tu conosci il dolore dannato,
il dolore insensato,
il dolore affamato?
Tu conosci il dolore addormentato,
il dolore simulato,
quello affannato?
Tu conosci il dolore?
Quello santificato,
quello beato,
quello gridato?
Tu conosci il dolore
che gela la luce,
immobilizza il buio
e corre sull'orizzonte?
Tu conosci quel dolore
mentre acchiappa le stelle,
stringe la luna
e maledice il sole?
Tu conosci il dolore?
Il dolore che ingiallisce le foglie,
il dolore che secca gli alberi,
il dolore che è fulmine,
tuono o nubifragio.
Tu conosci il dolore
mentre la zattera è in mezzo al mare,
sola,
e tu non sai che fare?
Tu conosci il dolore
mentre nel fango s'inciampa,
nella palude si resta,
il dolore che diventa festa?
Tu conosci il dolore della morte
che diviene sorte,
di occhi spenti
perché non hanno pregato i santi,
di mani disunite...
... il dolore di vite?
Tu conosci quel dolore assassino,
quel dolore iniettato
perché bisogna tacere,
quel dolore che è dovere?
Tu conosci il dolore?
Quel dolore garbato,
quel dolore raffinato,
quel dolore incravattato.
Tu conosci il dolore
mentre chinato su un libro
riconosce che non c'è nessun equilibrio?
Quel dolore che diventa la farsa
perché il sistema è tutta una salsa.
Tu conosci il dolore
del pane spezzato
duro e azzannato,
il dolore di uno schianto
da una scogliera, da una finestra o da un balcone
perché il dolore diventa la peggiore condizione?
Tu conosci il dolore
di chi è senza parole,
di chi non sente,
di chi non vede neanche la gente?
Tu conosci il dolore
che non può alzarsi,
che non può sdraiarsi
e neanche riesce a saziarsi?
Quel dolore che è tormento,
forse, lamento,
quel dolore che è un momento.
Tu conosci il dolore?
Il dolore che scorre nei fiumi,
il dolore che dorme nei laghi,
il dolore degli aghi.
Tu conosci il dolore
di quei quattro,
di quel popolo,
quel dolore che è matto?
Tu conosci il dolore
della strada che incanta?
Il dolore che sembra lontano,
quello che sembra estraneo,
il dolore che gira l'angolo
e...
Tu conosci il dolore
che piange
e non si ferma
perché ha solo lacrime
e la terra?
Tu conosci il dolore?
Il dolore non si pente.
La tua dolcezza mi resta dentro come la delicatezza dei tuoi passi.
La tua carezza mi resta dentro come l'abbraccio del tuo cuore.
Il tuo sorriso mi resta dentro come la sorpresa delle tue parole.
Il tuo profumo mi resta dentro come il sapore dei tuoi occhi.
Mi resti dentro.
Vorrei saltellare sulle nuvole
e lasciarmi spingere dal vento.
Vorrei lasciarmi bagnare dalla pioggia e infreddolire dalla neve.
Vorrei lasciarmi asciugare dal sole
e illuminare dalla luna.
Vorrei scoprire come stanno le stelle lassù dove di più non si può.
Vorrei passeggiare sull'orizzonte.
Ti ho sfiorato come fossi petalo
mentre la rugiada ravvivava le mie labbra.
Ti ho sentito come fossi foglia
mentre una folata di vento lambiva i miei battiti.
Celeste, grigio, nero era il nostro sospiro
mentre il sole diveniva rosso,
le nuvole si nascondevano
e la luna con le stelle sorridevano.
Lo senti il flagello?
Le carni si rivoltano come fossero stoffe da cucire,
mentre il sangue gorgoglia come fontana di piazza.
Le grida s'intensificano come fossero fuoco che divampa.
Il vento si alza.
Lo senti il flagello?
Sono gente che corrono come fossero onde nel mare,
sono braccia che si stringono come fossero radici che s'intersecano,
sono occhi che si guardano come fossero vulcani.
Sono polvere.
Lo senti il flagello?
Sono passi che si lasciano.
Sono orme che rimangono.
Ora, chiudi gli occhi.
Inspira, lentamente.
Stringimi la mano.
Ci sono.
Ci siamo.