Poesie preferite da Antonio Prencipe

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Scritta da: Giuseppe Catalfamo

Vitaccia

Un pianto.
Lo schiaffo.
Il sorriso.

I profumi.
Gli ardori.
L'immortalità.

Il primo bacio.
La passione.
Che uomo.

L'incidente.
L'amico.
Che muore.

La vendetta.
Sul mondo.
Le manette.

L'aurora.
L'amore.
Mio figlio.

L'amico tradisce.
L'amore scompare.
Un funerale.

Avanti, combatti.
Il tumore.
Che muori.

Il cono di luce.
Se in fondo c'è Lui.
Non lo voglio vedere.
Composta lunedì 6 settembre 2010
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    Il vento

    Perduta nella deprimente nebbia della solitudine,
    e ho urtato la disperazione,
    sono rimasta stesa nell'indifferenza,
    lesa dolente.
    Ho pianto, ho supplicato invano al muto silenzio,
    invano pregavo al Dio per sollevarmi il peso che mi spreme straziante.

    Ha sentito la mia lacerante lamentela il vento che passa tra le piccole lacrime grigie, e rabbioso ha spazzato via la nebbia spaventosa, e ha sparso il profumo delle rose.
    Ho visto uno spiraglio di speranza,
    ho udito bisbigliare il vento gentile:
    -sogna e non piangi!
    e la mia dolenza si è dissolta come la nebbia opaca nell'aria serena,
    e ho visto lo splendore del cielo, come mai visto prima.
    Un leggero tepore ha inondato il mio cuore mesto,
    e la mente si è liberata d'ogni triste pensiero.
    Mi sono ridestata nella gioia di vivere, ed
    ora lo so certamente,
    perché amo il vento infinitamente,
    che soffia libero
    in ogni direzione
    nel Tempo.
    Composta domenica 5 settembre 2010
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      Ho sentito dire,
      che il cielo ha gli occhi
      e vede tutto,
      tutto che succede nel mondo.
      Il vento li ha visti attraversando mari e monti,
      raccontando a tutti,
      agli alberi e cespugli,
      ai fiori e l'erba verde
      d'ogni animale di boschi e praterie,
      alle farfalle e formichine,
      che ha visto,
      il cielo ha gli occhi.
      Splendono lucenti quando vedono il mondo sereno, di bontà d'animo dell'uomo buono,
      e si coprono di nuvole scure e piangono piovigginando,
      quando vedono la Terra soffrire della cattiveria di uomini duri di cuore,
      ed oggi è piovuto mentre passeggiavo sul campo assonnato,
      sola, sotto la pioggia l'affanno nel cuore offeso.
      Sono sicura
      che ha visto la notte fonda nel chiarore della luna,
      che io ho pianto,
      e nel silenzio del campo solitario mi ha coperto di pioggia battente,
      ed io lo so davvero,
      non è una bugia,
      che il cielo ha gli occhi.
      Composta lunedì 2 marzo 2009
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        Genesi

        Vorrei un figlio da te che sia una spada
        lucente, come un grido di alta grazia,
        che sia pietra, che sia novello Adamo,
        lievito del mio sangue e che risolva
        più quietamente questa nostra sete.
        Ah, se t'amo, lo grido ad ogni vento
        gemmando fiori da ogni stanco ramo
        e fiorita son tutta e d'ogni velo
        vo scerpando il mio lutto
        perché genesi sei della mia carne.
        Ma il mio cuore, trafitto dall'amore
        ha desiderio di mondarsi vivo.
        E perciò dammi un figlio delicato,
        un bellissimo, vergine viticcio
        da allacciare al mio tronco, e tu, possente
        olmo, tu padre ricco d'ogni forza pura
        mieterai liete ombre alle mie luci.
        Composta mercoledì 26 maggio 2010
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          Scritta da: mor-joy

          Elogio alla morte

          Se la morte fosse un vivere quieto,
          un bel lasciarsi andare,
          un'acqua purissima e delicata
          o deliberazione di un ventre,
          io mi sarei già uccisa.
          Ma poiché la morte è muraglia,
          dolore, ostinazione violenta,
          io magicamente resisto.
          Che tu mi copra di insulti,
          di pedate, di baci, di abbandoni,
          che tu mi lasci e poi ritorni senza un perché
          o senza variare di senso
          nel largo delle mie ginocchia,
          a me non importa perché tu mi fai vivere,
          perché mi ripari da quel gorgo
          di inaudita dolcezza,
          da quel miele tumefatto e impreciso
          che è la morte di ogni poeta.
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            Scritta da: Barbara Brussa

            Come polvere o vento

            Se la mia poesia mi abbandonasse
            come polvere o vento,
            se io non potessi più cantare,
            come polvere o vento,
            io cadrei a terra sconfitta
            trafitta forse come la farfalla
            e in cerca della polvere d'oro
            morirei sopra una lampadina accesa,
            se la mia poesia non fosse come una gruccia
            che tiene su uno scheletro tremante,
            cadrei a terra come un cadavere
            che l'amore ha sconfitto.
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              Scritta da: Barbara Brussa

              Ai giovani

              Bella ridente e giovane
              con il tuo ventre scoperto,
              e una medaglia d'oro
              sull'ombelico,
              mi dici che fai l'amore ogni giorno
              e sei felice e io penso che il tuo ventre
              è vergine mentre il mio
              è un groviglio di vipere
              che voi chiamate poesia
              ed è soltanto tutto l'amore
              che non ho avuto
              vedendoti io ho maledetto
              la sorte di essere un poeta.
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