Oggi volevo volare, così, ho lasciate libere le ali della fantasia, loro non hanno corpo, non odorano di materia e mi sanno portare, senza che io chieda, dove voglio andare. Loro fanno parte di me e seguono la mia anima, con quelle posso ritornare a volare, riprendere il grande volo, come un'aquila reale. Nulla mi può fermare, una nuova vita voglio imboccare e con le ali libere sento, il volo, di poter spiccare.
Quante cose vorrei scriverti prima di partire per il mio viaggio di non ritorno, ma ora non trovo le parole, che d'improvviso sono sparite dentro di me e non fluiscono più, anche se molti pensieri affollano la mia mente. Pensieri pesanti come macigni, che non trovano corpo e dimensione. Vorrei che, nel momento in cui mi vedrai partire, tu mi salutassi con un sorriso, sul tuo viso. Ti lascerò, dandoti un forte abbraccio, perché tu, sempre, mi possa ricordare. Parto, perché questo è un evento che accede nella nostra vita e noi non possiamo fermare. Io seguirò il corso degli eventi, che in questo momento mi chiamano altrove. Non mi girerò indietro a guardare i mie ricordi, per non portare con me nostalgie o passioni sopite, perché ogni cosa ha un inizio e una fine. Se riuscirò, di te, vorrei portar, come ricordo nel mio viaggio, una tua lacrima, che terrò stretta nella mano. Ne farò un brillante, che illumini il cammino e, quando una notte, alzando gli occhi al cielo, vedrai una nuova stella che brillerà più di tutte le altre, capirai qual era il mio destino.
Che ne sai tu di me e di quello che la vita mi dà e mi ha dato? Che ne sai di come sto e dei miei sentimenti? Del mare d'inverno, della solitudine e delle onde emozionali che la mia anima smuove in questa mia vita. Come puoi guardare dentro di me e nel mio passato, quando non sai capire il presente che vivo? Non puoi giudicarmi dall'aspetto, o dai muri di cera che ho elevato intorno a me. Sai basterebbe solo un po' di calore e comprensione per farli sciogliere. Guarda al futuro senza volerlo condizionare, guarda dentro ai mie occhi e cercaci il bambino, nascosto in questo corpo di uomo. Solo allora potrai capire, senza pretendere di volere giudicare una vita vissuta e spesa a vivere. Come vedi gli anni passano e noi con gli anni ci modifichiamo, mutiamo non restiamo sempre uguali. In certi momenti abbiamo bisogno di restare soli con noi stessi, per capirci, per guardare dentro di noi, liberandoci da quello che ci incatena a vecchie consuetudini che abbiamo acquisite nel tempo. Quando queste vengono messe in discussione, diventano terremoti interiori che in un primo momento non sappiamo accettare. La consuetudine non ti fa crescere molto spesso ti fa arenare su una spiaggia morta dove non giunge più l'alta marea e nulla è in grado di disincagliarti. Solo se scioglierai questa catena e libererai il tuo cuore, saprai capire la strada che un uomo vuol percorrere lo lascerai vivere e amare. Perché amare vuol dire lasciar crescere. Horion Enky.
Nei suoi occhi ho cosparso un mio sogno, di mirabile visione era, etereo come un bacio Angelico, disseminato dal vento, tra i suoi morbidi e caldi seni si posò. Fantasia di una notte vissuta a cercare il suo corpo, che a me offriva, in un scambio di dolci effusioni. A nudo mettevamo il nostro amore, di due corpi ansimanti che si fondevano, estasi pura l'anima viveva. Lei, Angelo o demone, il cuore mi rapiva.
Il mio sguardo è arrivato là, fin dove finisce il cielo, dove gli occhi miei hanno incontrato i tuoi, perdendovisi dentro, perché vi hanno visto l'universo intero. Dal momento in cui ho scoperto la purezza, dell'anima tua, il mio amore si è fermato nel tuo cuore. Guardando nella stessa direzione e, vivendo insieme sotto questo mirabile cielo, la mia vita e la tua vita hanno riacquistato il senso perso.
Ciao mio piccolo amore, come eri bella quel giorno che ti ho conosciuta. Scusami ancora se, per nascondere la mia tristezza, sorridevo e restavo immobile, ad ammirare la tua bellezza, perdendomi nei tuoi occhi del colore del mare. Mentre parlavi, con le mani gesticolavi, facendo sì che, con le mie, s'incontrassero, allontanando quella distanza che, tra noi, c'era. I tuoi lunghi capelli biondi ondeggiavano come spighe di grano mosse dal vento, prima di essere mietute ed una lieve brezza disperdeva il tuo profumo di freschezza d'acerba ragazzina. Sì, mio giovane, primo amore, sei entrata nella mia vita, strappandomi il cuore dalle radici, nel farmi, di te, follemente innamorare. I miei ricordi profumano di te e la mia mente ti sta pensando, come un innocente amore rimasto nei sogni di due ragazzini che pensavano di vivere, per l'eternità, insieme.
Sono stanco di giornate contro vento e della pioggia che mi bagna il viso, di aspettare il sole, di rincorrere la speranza, occhi ciechi che non vedono un sorriso. Mi mancano l'ebbrezza di una tua carezze, di un bacio che mi lascia senza fiato, il tuo corpo a me avvinghiato, il tuo caldo respiro alterato.
Che senso ha la vita, quando vuoi lasciarti portare via dal vento, perché dove vivi non sei contento. Vorresti essere un fiume in piena, per affogare dentro tutto quello che, la guerra interiore, ti scatena. Quanta rabbia nelle tue mani, stringi i pugni e rimandi tutto a domani, pensando che sia un giorno migliore. Hai voglia di seguire la tua mente, sperando, tra varie idee, di trovare una soluzione, magari viaggiare, senza doverti fermare. Fuori piove, se n'è andato il sole e le gambe diventano pesanti per camminare, senti freddo, è il vento che ti ferma e non ti fa volare.
Ti manterrò nei miei pensieri anche quando posson sembrar solo dei sogni veri. Ti porterò per sempre nelle mie giornate nonostante le nostre lunghe litigate. Ti sosterrò in ogni momento divenendo la tua solida base di cemento che ti eleverà a monumento. Ti amerò per sempre, perché quello l'ho giurato davanti Dio e non al vento.
Ti sei nascosta dentro i miei passi, confondendoti nelle impronte del passato, l'inquietudine tradiva i ricordi, troppo lontani per viverli nel presente. Marosi i pensieri, smossi dall'increspar delle onde, trascinati via come fine sabbia, vanno a morir nel profondo dell'oblio che l'anima fugge dal perfido tempo. Non hai ali che nell'alto del cielo si lasciano portar dal vento, incline ai dubbi, confusa ricerca del cuore, tu vuoi sanare le cicatrici dell'amore che chiuso dentro di una gabbia dorata, muore. Non vi sarà pianto o riso a ridestar il sorriso spento, quello che insegui lasciandoti trasportare dal vento, il quale non cancella le orme degli errori del passato, ma le ricopre solo di una patina accumulata e fatta più delle volte di indifferenza e rancore. Così te ne stai a rimirar chi ti può essere sembrato un tempo il faro, cercando di comprendere e farti illuminare dalla le luce che illuminava il suo cammino, ma cieca inciampi nelle ombre dei suoi errori. Amica tu allunga le mani e aggrappati al tuo domani, perché sarà solo esso a condurti dritta al tuo futuro, fatto di gioie e i di dolori, ma questa è la vita.