Cuore di guerriero ora è un cuore vuoto, solo un cuore vuoto che vive, abbandonato anche dall'anima che si è arresa, spenta e buia. La notte regna offuscata da nebbie e tu cammini nelle tenebre di giorni tutti uguali. Occhi persi, ciechi, che non vedono più il sole, non più una luce che illumini le vie del cuore. Cuore in pena, che batte nella guerra quotidiana, di vivere per amare. Solo quello ti resta, guerriero dell'amore. Troverai ancora la forza di lottare, di accendere la luce del tuo cuore? O ti lascerai morire? Impugnerai di nuovo le tue armi, guerriero, per sconfiggere i fantasmi che oscurano le tue battaglie? Nutrirai ancora la tua anima di colori, dando nuova linfa al tuo cuore? Solo tu puoi, guerriero, poiché sei figlio dell'arcobaleno e, dentro te, confluiscono tutti i colori dell'amore.
Amico caro, con te il destino non è stato grato. Te ne sei andato senza dirci nulla e, con orgoglio, il tuo dolore hai sopportato. Non ti sei fatto vedere quando cadevi, poiché, con le tue forze, non ti reggevi. Sapere che non sei più qui con noi, fa troppo male. Ma voglio ricordarti come quando, bambini felici, giocavamo ed i nostri sogni, ci raccontavamo. Complicità mai dimenticate, i primi amori, il tuo matrimonio e i figli. I mali interiori. Seppur la vita con il tempo ci avesse allontanato, nel mio cuore, sempre, per te un posto ho riservato. Ora son qui che guardo il cielo, tra le nuvole, il tuo volto sorridente sto cercando, pensando che, con la tua moto, nel cielo, stai sfrecciando e con gli angeli stai gareggiando. Ciao caro amico, oggi te ne sei andato in silenzio, lasciando un vuoto dentro, dall'ammarezza non mi voglio far consolare, perché tu eri solare e, a noi, donavi tutta la tua gioia e voglia d'amare. Questo eri tu per me caro amico e il mio cuore non ti saprà mai dimenticare.
Ciao mio piccolo amore, come eri bella quel giorno che ti ho conosciuta. Scusami ancora se, per nascondere la mia tristezza, sorridevo e restavo immobile, ad ammirare la tua bellezza, perdendomi nei tuoi occhi del colore del mare. Mentre parlavi, con le mani gesticolavi, facendo sì che, con le mie, s'incontrassero, allontanando quella distanza che, tra noi, c'era. I tuoi lunghi capelli biondi ondeggiavano come spighe di grano mosse dal vento, prima di essere mietute ed una lieve brezza disperdeva il tuo profumo di freschezza d'acerba ragazzina. Sì, mio giovane, primo amore, sei entrata nella mia vita, strappandomi il cuore dalle radici, nel farmi, di te, follemente innamorare. I miei ricordi profumano di te e la mia mente ti sta pensando, come un innocente amore rimasto nei sogni di due ragazzini che pensavano di vivere, per l'eternità, insieme.
Che ne sai tu di me e di quello che la vita mi dà e mi ha dato? Che ne sai di come sto e dei miei sentimenti? Del mare d'inverno, della solitudine e delle onde emozionali che la mia anima smuove in questa mia vita. Come puoi guardare dentro di me e nel mio passato, quando non sai capire il presente che vivo? Non puoi giudicarmi dall'aspetto, o dai muri di cera che ho elevato intorno a me. Sai basterebbe solo un po' di calore e comprensione per farli sciogliere. Guarda al futuro senza volerlo condizionare, guarda dentro ai mie occhi e cercaci il bambino, nascosto in questo corpo di uomo. Solo allora potrai capire, senza pretendere di volere giudicare una vita vissuta e spesa a vivere. Come vedi gli anni passano e noi con gli anni ci modifichiamo, mutiamo non restiamo sempre uguali. In certi momenti abbiamo bisogno di restare soli con noi stessi, per capirci, per guardare dentro di noi, liberandoci da quello che ci incatena a vecchie consuetudini che abbiamo acquisite nel tempo. Quando queste vengono messe in discussione, diventano terremoti interiori che in un primo momento non sappiamo accettare. La consuetudine non ti fa crescere molto spesso ti fa arenare su una spiaggia morta dove non giunge più l'alta marea e nulla è in grado di disincagliarti. Solo se scioglierai questa catena e libererai il tuo cuore, saprai capire la strada che un uomo vuol percorrere lo lascerai vivere e amare. Perché amare vuol dire lasciar crescere. Horion Enky.
Quante cose vorrei scriverti prima di partire per il mio viaggio di non ritorno, ma ora non trovo le parole, che d'improvviso sono sparite dentro di me e non fluiscono più, anche se molti pensieri affollano la mia mente. Pensieri pesanti come macigni, che non trovano corpo e dimensione. Vorrei che, nel momento in cui mi vedrai partire, tu mi salutassi con un sorriso, sul tuo viso. Ti lascerò, dandoti un forte abbraccio, perché tu, sempre, mi possa ricordare. Parto, perché questo è un evento che accede nella nostra vita e noi non possiamo fermare. Io seguirò il corso degli eventi, che in questo momento mi chiamano altrove. Non mi girerò indietro a guardare i mie ricordi, per non portare con me nostalgie o passioni sopite, perché ogni cosa ha un inizio e una fine. Se riuscirò, di te, vorrei portar, come ricordo nel mio viaggio, una tua lacrima, che terrò stretta nella mano. Ne farò un brillante, che illumini il cammino e, quando una notte, alzando gli occhi al cielo, vedrai una nuova stella che brillerà più di tutte le altre, capirai qual era il mio destino.
Oggi volevo volare, così, ho lasciate libere le ali della fantasia, loro non hanno corpo, non odorano di materia e mi sanno portare, senza che io chieda, dove voglio andare. Loro fanno parte di me e seguono la mia anima, con quelle posso ritornare a volare, riprendere il grande volo, come un'aquila reale. Nulla mi può fermare, una nuova vita voglio imboccare e con le ali libere sento, il volo, di poter spiccare.
Hai svenduto il tuo amore, barattandolo per una bottiglia di whiskey, che poi ti sei bevuta tutta d'un fiato, aumentando così, dentro di te, l'immensa solitudine e disperazione. Ti sei truccata, non per farti bella, ma solo per confondere il tuo cuore, dell'amore che non hai saputo dare, nascondendo il tuo dolore, al mondo intero. Hai viaggiato su strade, che portavano solo a dei tramonti, perché l'alba non la vivevi, eri sempre così stanca che volevi dormire. Hai donato la tua anima, solo a chi non l'ha amata, trovandoti così a cercarla e rincorrerla a chi te l'ha rubata.
Siete voi i poeti? Eruditi e forbiti che scrivete l'elogio alle parole. Narrate le parole dandone voce, emozionando chi vi legge. Narrate di fatti veri, o di fantasie che la vostra mente ruba ai sogni. Si signori poeti ci fate sognare e riflettere su quello che scrivete. Leggendovi molte volte con un sorriso ci rallegrate, oppure altre volte in lacrime ci trascinate. Ma alla fine, lunga oppure breve una storia raccontate.