Ti aspetto e ogni giorno mi spengo poco per volta e ho dimenticato il tuo volto. Mi chiedono se la mia disperazione sia pari alla tua assenza no, è qualcosa di più: è un gesto di morte fissa che non ti so regalare.
Non mi accorsi del momento in cui varcai per la prima volta la soglia di questa vita Quale fu la potenza che mi schiuse in questo vasto mistero come sboccia un fiore in una foresta a mezzanotte? Quando al mattino guardai la luce, subito sentii che non ero uno straniero in questo mondo, che l'inscrutabile, senza nome e forma mi aveva preso tra le sue braccia sotto l'aspetto di mia madre. Così, nella morte, lo stesso sconosciuto m'apparirà come sempre a me noto. e poiché amo questa vita so che amerò anche in morte.
Mi avevano lasciato solo nella campagna, sotto la pioggia fina, solo. Mi guardavano muti meravigliati i nudi pioppi. soffrivano della mia pena. pena di non saper chiararnente...
E la terra bagnata e i neri altissimi monti tacevano vinti. Sembrava che un dio cattivo avesse con un sol gesto tutto pietrificato.
Non attender che Dio su te discenda e che ti dica: sono. Senso alcuno non ha quel Dio che afferma l'onnipotenza sua. Sentilo tu, nel soffio ond'ei ti ha colmo da che respiri e sei. Quando, non sai perché, ti avvampa il cuore, è lui che in te si esprime.
Passa radiosa, come la notte tersa dai cieli stellati; il meglio del buio e del fulgore si incontra nei suoi occhi addolciti a quella tenera luce che il cielo nega allo sforzo del giorno. Un'ombra in più, un raggio in meno, avrebbero in parte guastato la grazia senza nome che si posa sui capelli neri o illumina il volto con dolcezza, dove pensieri limpidi svelano pura e preziosa dimora. Su quella guancia, sopra quella fronte serena sorrisi e colori parlano di pacifici giorni, di un intelletto in armonia con tutto, di un cuore che ama innocente.
Vi è un piacere nei boschi inesplorati e un'estasi nelle spiagge deserte, vi è una compagnia che nessuno può turbare presso il mare profondo, e una musica nel suo ruggito; non amo meno l'uomo ma di più la natura dopo questi colloqui dove fuggo da quel che sono o prima sono stato per confondermi con l'universo e lì sentire ciò che mai posso esprimere né del tutto celare.
Io crebbi in un silenzio arabescato, in un'ariosa stanza del nuovo secolo. Non mi era cara la voce dell'uomo, ma comprendevo quella del vento. Amavo la lappola e l'ortica, e più di ogni altro un salice d'argento. Riconoscente, lui visse con me la vita intera, alitando di sogni con i rami piangenti la mia insonnia. Strana cosa, ora gli sopravvivo. Lì sporge il ceppo, e con voci estranee parlano di qualcosa gli altri salici sotto quel cielo, sotto il nostro cielo. Io taccio... come se fosse morto un fratello.
Là dove il mare batte senza sosta contro le rocce solitarie, là dove la luna più calda brilla nell'ora della nebbia serale, dove, negli harem dilettandosi, i giorni passa il musulmano, là una fata, lusingandomi, mi consegnò un talismano. E, lusingandomi, diceva: "custodisci il mio talismano: in esso c'è una forza segreta! Ora è qui nella tua mano. Dalle malattie, dalla tomba, nel minaccioso uragano, la tua testa, amico caro, non salverà il mio talismano. E le ricchezze dell'oriente esso giammai ti donerà, e gli adoratori del profeta esso non ti sottometterà; e in grembo agli amici più cari, da un triste paese lontano, nella tua terra non ti porterà questo mio talismano. Ma quando dei perfidi occhi ti vorranno affascinare, o una bocca nella buia notte ti bacerà senza amare – da nuove ferite del cuore, da ogni desiderio insano, dal tradimento e dall'oblio ti salverà il mio talismano.
Dove son già fatte le strade, io smarrisco il cammino. Nell'oceano immenso, nel cielo azzurro non è traccia di sentiero. La viottola è nascosta dalle ali degli uccelli, dal fulgor delle stelle, dai fiori delle alterne stagioni. E io domando al cuore, se il suo sangue porti seco la conoscenza dell'invisibile via.
Oggi non era giorno di parole, con mire di poesie o di discorsi, né c'era strada che fosse nostra. A definirci bastava solo un atto, e visto che a parole non mi salvo, parla per me, silenzio, ch'io non posso.