Poesie preferite da Gabriella Stigliano

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Scritta da: Eclissi

Non ho bisogno di tempo

Non ho bisogno di tempo
per sapere come sei:
conoscersi è luce improvvisa.
Chi ti potrà conoscere
là dove taci, o nelle
parole con cui taci?
Chi ti cerchi nella vita
che stai vivendo, non sa
di te che allusioni,
pretesti in cui ti nascondi.
E seguirti all'indietro
in ciò che hai fatto, prima,
sommare azione a sorriso,
anni a nomi, sarà
come perderti. Io no.
Ti ho conosciuto nella tempesta.
Ti ho conosciuto, improvvisa,
in quello squarcio brutale
di tenebra e luce,
dove si rivela il fondo
che sfugge al giorno e alla notte.
Ti ho visto, mi hai visto, ed ora,
nuda ormai dell'equivoco,
della storia, del passato,
tu, amazzone sulla folgore,
palpitante di recente
ed inatteso arrivo,
sei così anticamente mia,
da tanto tempo ti conosco,
che nel tuo amore chiudo gli occhi,
e procedo senza errare,
alla cieca, senza chiedere nulla
a quella luce lenta e sicura
con cui si riconoscono lettere
e forme e si fanno i conti
e si crede di vedere
chi tu sia, o mia invisibile.
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    Scritta da: Eclissi

    I cieli sono uguali...

    I cieli sono uguali.
    Azzurri, grigi, neri,
    si ripetono sopra
    l'arancio o la pietra:
    guardarli ci avvicina.
    Annullano le stelle,
    tanto sono lontane,
    le distanze del mondo.
    Se noi vogliamo unirci,
    non guardare mai avanti:
    tutto pieno di abissi,
    di date e di leghe.
    Abbandonati e galleggia
    sopra il mare o sull'erba,
    immobile, il viso al cielo.
    Ti sentirai calare
    lenta, verso l'alto,
    nella vita dell'aria.
    E ci incontreremo
    oltre le differenze
    invincibili, sabbie,
    rocce, anni, ormai soli,
    nuotatori celesti,
    naufraghi dei cieli.
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      Scritta da: mor-joy

      Eterna presenza

      Non importa che non ti abbia,
      non importa che non ti veda.
      Prima ti abbracciavo,
      prima ti guardavo,
      ti cercavo tutta,
      ti desideravo intera.
      Oggi non chiedo più
      né alle mani, né agli occhi,
      le ultime prove.
      Di starmi accanto
      ti chiedevo prima,
      sì, vicino a me, sì,
      sì, però lì fuori.
      E mi accontentavo
      di sentire che le tue mani
      mi davano le tue mani,
      che ai miei occhi
      assicuravano presenza.
      Quello che ti chiedo adesso
      è di più, molto di più,
      che bacio o sguardo:
      è che tu stia più vicina
      a me, dentro.
      Come il vento è invisibile, pur dando
      la sua vita alla candela.
      Come la luce è
      quieta, fissa, immobile,
      fungendo da centro
      che non vacilla mai
      al tremulo corpo
      di fiamma che trema.
      Come è la stella,
      presente e sicura,
      senza voce e senza tatto,
      nel cuore aperto,
      sereno, del lago.
      Quello che ti chiedo
      è solo che tu sia
      anima della mia anima,
      sangue del mio sangue
      dentro le vene.
      Che tu stia in me
      come il cuore
      mio che mai
      vedrò, toccherò
      e i cui battiti
      non si stancano mai
      di darmi la mia vita
      fino a quando morirò.
      Come lo scheletro,
      il segreto profondo
      del mio essere, che solo
      mi vedrà la terra,
      però che in vita
      è quello che si incarica
      di sostenere il mio peso,
      di carne e di sogno,
      di gioia e di dolore
      misteriosamente
      senza che ci siano occhi
      che mai lo vedano.
      Quello che ti chiedo
      è che la corporea
      passeggera assenza,
      non sia per noi dimenticanza,
      né fuga, né mancanza:
      ma che sia per me
      possessione totale
      dell'anima lontana,
      eterna presenza.
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        Scritta da: Barbara Brussa

        Una Notte nel Sogno

        Vorrei una  notte,
        una sola notte ancora 
        nell'amoroso nido delle sue braccia,
        per sciogliere il mio sguardo
        nel caldo mare degli occhi suoi.

        Sottrarre tutte le stelle al cielo
        e illuminare un sogno -  
        per una notte, una notte soltanto -
        inebriarmi della brezza fatata del paradiso 
        cosciente di non essere morta... 
        se non d'amore. 

        Una notte, una sola notte ancora
        prima di svegliarmi all'alba della realtà.
        Composta venerdì 11 gennaio 2013
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