Poesie preferite da Giorgio De Luca

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Scritta da: ODIOSA

Nel giardino

Nel giardino della mia anima
vi sono fiori che stordiscono
col profumo di immense emozioni
vi sono strade che si perdono
nei grovigli del cuore
ed alberi che danzano
al suono della musica dei ricordi

Nel giardino della mia anima
vi è un muro enorme
che circonda l'infinito di Me
mentre, prigioniera di un padrone
che ha gettato le chiavi,
fontane di pietra zampillano
lacrime di cristallo.
Composta sabato 26 novembre 2011
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Con Gli Occhi Della Verità

    Ora ti guardo con gli occhi della verità
    Vedo tutto senza false illusioni
    Ho preso il treno sbagliato
    ancora un viaggio nel ridicolo
    a farmi incantare da belle parole
    Regina per un attimo di mille illusioni.

    Com'è stupido il cuore
    ascolta sempre quello che vuole
    non vede né sente l'evidente
    Quando è in preda alla passione
    il nero appare bianco
    il mare è senza sale
    e il cielo senza nuvole
    anche quando piove.

    Ma poi...
    arriva sempre l'ora della verità
    si scatena come il vento della tempesta
    s'innalza l'onda col sapore del sale
    il bianco si tinge di nero
    e Dio quanto fa male mentre
    il cielo si riempie di nuvole
    e scende lentamente quella lacrima amara
    che si chiama consapevolezza.
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      Ostinato

      Figlio di un amore infedele
      cresciuto su radici inferme.
      Aghi pungenti che penetrano
      una sconosciuta intimità.
      Sono padrona del tuo germoglio
      profumato d'aprile e impollinato
      nell'assenza.
      Ostinato
      come il vento mugghiante
      contro la finestra,
      Pulito
      come il vetro che amoreggia con il sole,
      Insano
      come un idillico delirio.
      Io, primavera bambina
      da bere a piccoli sorsi
      senza che la vita ci congestioni
      in un ultimo gelido bacio.
      Io, falena sciupata nei riverberi accecanti del sole
      che rinsecchisce le mie friabili ali.
      Gufo della notte conosci bene
      quanto dolore ci sia nel vivere il buio
      elemosinando raggi e certezze.
      Solo un grande coraggio,
      più rigoglioso del tuo germoglio
      potrà gettare un nuovo seme
      ch'io custodirò
      come preziosa reticenza del tuo amore.
      E coltiverò un giardino
      e tu sarai il mio tramonto
      bagnato d'orchidea.
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        Scritta da: laura74

        Vento del deserto

        Voce
        che porti vita
        come una fonte d'acqua che sgorga nel deserto
        Dolce suono
        che fa vibrare l'anima
        col suo delicato tocco
        Profondamente
        trovi la tua via
        cercando luce
        che ti guida
        tra le ombre di un passato smarrito
        ritrovato tra le braccia di una fulgida passione.
        Reale illusione
        di un cuore avventuriero...
        Fiero
        il vento del deserto
        porta via la nebbia dal cuore
        e colma gli occhi di sabbia dorata
        perde lo sguardo la Fata alata
        mentre si adagia sulla luna che la culla
        nella notte
        calando.
        Composta giovedì 14 ottobre 2010
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          Scritta da: Gaetano Toffali

          Sognando la religione

          Signore
          non credo non credo
          eppure sono qui
          davanti inginocchiato
          Ah se sapessi
          mi piacciono le contraddizioni
          per poter restare me stesso
          Sono uno stupido
          non occorre che te lo dica
          il meno riuscito
          dei tuoi figli
          Sono brutto sono un fallito
          eppure non ho nulla da chiederti,
          non voglio miracoli per me,
          mi accontento che il sole
          mi dica buongiorno.
          Signore, non sono qui
          per fare la ruota come un pavone
          ma neanche per battermi il petto
          domandando perdono.
          Io sono solo un bambino
          che piange e arranca e fatica.
          Io muoio su una croce diversa
          mordendo i chiodi
          e spingendo i piedi
          verso il basso a sentire
          l'erba che cresce.
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            Scritta da: sintagma

            La nave

            Nell'abbraccio di un'isola senza nome
            resta la mia nave ferma senza tempo.
            Il sole batte sul pontile, il vento accarezza
            le spesse ritorte.
            Non so, se i Lestrigoni
            verranno ad annusare l'odore del legno
            che ha messo radici, non so, se il ciclope
            sfonderà con un masso le vele indurite dalla
            salsedine.
            Non so, se dai boschi di timo, Odisseo
            vestito di pelle, correrà con le pecore rubate
            a sfidare le onde, a forgiare la cera, a sognare
            Itaca dall'albero maestro.
            Nell'abbraccio di un'isola senza nome
            resta la mia nave ferma senza tempo con
            mille anfore di sabbia e mille statue
            monche.
            Ma nella solitudine di effigi senza nome
            che non sanno parlare, una ninfa scalza
            danza come un uccello e canta
            in aliti di ginestre e di viole.
            Le anfore si spaccano, scivola la sabbia,
            trasudano miele tutte le statue.
            Eppure la mia nave resta immobile
            nell'abbraccio di un'isola senza nome.
            E non so, né ho mai saputo, se è forse tornata
            da un lungo viaggio oppure non è mai neanche
            partita.
            Composta lunedì 10 maggio 2010
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              Scritta da: sintagma
              Voglio dirti gli ultimi versi
              ora che un nuovo amore ti accende
              e che questa primavera ti allontana da me
              per sempre con il grido di una rondine.
              Un cuore di poeta a un cuore di poeta.
              Voglio dirti, che ancora sogno
              un bambino sdentato che mi sorride
              sulle ginocchia.
              Ma la mia sedia è vecchia,
              la mia stanza troppo vuota e
              nemmeno un raggio di sole
              filtra dalle finestre.
              Questo bambino ride in ombra
              a una madre cieca.
              Perché come Psiche, tracciai nel buio
              i contorni del tuo viso ma non fui paga,
              e volli vedere l'amore.
              Ma lo scotto per troppo desiderio
              fu una meraviglia da deliquio, una lacrima
              di candela, l'amore ferito e offeso, e
              una freccia conficcata nelle pupille.
              Come farò, senza rivedere i tuoi occhi?
              Voglio dirti, che quando il glicine
              si piega sotto la sua cascata di fiori,
              io penso al tuo corpo gravido di dolcezza,
              pesante come un grappolo d'uva dalla vite.
              Ho vendemmiato i tuoi pensieri con vergini mani,
              assaporato le tue parole, che erano canti,
              in ascolti pieni di silenzi adoranti.
              Così, in qualche modo, ti ho avuto.
              Voglio dirti, che come un lombrico,
              hai scavato un cunicolo profondo
              nell'anima perché il vento potesse
              suonarci attraverso; mi hai reso flauto
              delle tue melodie.
              Vedi, nasciamo nudi e quando moriamo,
              siamo pieni di vesti.
              Si preoccupano costantemente di vestirsi,
              ma io voglio vivere e morire come sono nata: nuda.
              Tu mi hai spogliata di difese inutili, esposta
              al freddo della verità che ci assidera le mani:
              siamo esseri fragili.
              Perciò, voglio dirti grazie negli ultimi versi
              ora che un nuovo amore ti accende e
              che questa primavera ti allontana da me per sempre
              con il grido di una rondine.
              Non dirmi di essere serena.
              Ora voglio solo disperdermi nell'aria
              con il fumo di una sigaretta.
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                Scritta da: Elena Piccinini

                Fiori d'inverno

                Fiori d'inverno ho reciso
                dagli opachi rami dei ricordi
                celati dai vapori dell'umida
                e selvaggia nebbia.
                Quanti germogli soffocati nella terra!
                S'intrecciano i lunghi sospiri
                dietro le cortine arrugginite
                di un tramonto disincantato.
                E sono stagioni di solitudine
                le ore spiccate dai lunghi filari
                delle mie inquietudini.
                Composta nel 2008
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                  Scritta da: DANA

                  Il bambino con tre anime

                  Ho conosciuto Dio un giorno qualunque
                  Non si è annunciato in modo spettacolare
                  Aveva gli occhi pieni di speranza di una coppia di mezza età
                  Ma io vedevo un unico grande amore
                  e seduto che mi guardava un bambino fortunato con tre anime

                  Ho conosciuto Dio un giorno qualunque
                  l'ho visto nell'accoglienza che mi avete offerto
                  a me perfetta sconosciuta capitata li per caso
                  Mi avete aperto la vostra casa e regalato le emozioni di una vita
                  e il bambino con tre anime mi ha sorriso

                  Ho conosciuto Dio un giorno qualunque
                  Nel toccare il vostro amore così profondo
                  Nel vedere i vostri occhi sorridere ad un racconto che mi ha devastata
                  Come madre non voglio immaginare il dolore, la perdita di un figlio
                  e il bambino con tre anime giocava sereno

                  Ho conosciuto Dio un giorno qualunque
                  quando mi avete mostrato le foto dei vostri due bellissimi figli
                  quando li avete chiamati angeli la vostra forza mi ha contagiato
                  erano bellissimi nelle vesti umane ora lo saranno ancor di più
                  e il bambino con tre anime mi ha mostrato un suo disegno

                  Ho conosciuto Dio un giorno speciale
                  Avete cancellato il disagio che mi aveva invasa
                  Con un onda calda di spontaneità, e non c'era nessun fine
                  e non vi ringrazierò mai abbastanza
                  Per avermi fatto conoscere il vostro unico figlio
                  Il bambino con tre anime mi ha dato un bacio.
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