Poesie inserite da Giuseppe Catalfamo

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Scritta da: Giuseppe Catalfamo

Parole

Le parole spesso assumono significati non veri,
bestia è un cane, ma quali sentimenti più sinceri.

Negro, può suonare offensivo, non educato,
eppure nelle proprie case è così che si chiamano fra loro.

Fascista, ormai è un offesa, ignobile etichetta,
eppure l'ideologia non è certo da sgradevole setta.

E tu, che sei il mio amore, il mio poema, mitologia,
dovrei battezzarti come quella città, tra l'altro sei proprio Troia.
Composta lunedì 9 agosto 2010
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    Scritta da: Giuseppe Catalfamo
    Dura è l'esistenza per quanto Dura.
    Stringere in Vita la cintola, per tutta la Vita.
    Muta di feroci lupi, spesso costringono il cuore a scena Muta.
    Provi a frequentare baroni o Conti, sempre solo a pagare i tuoi Conti.
    Puoi distrarti, magari col Calcio, qualcuno ti distoglierà con un Calcio.

    Le Pene della vita che ci coinvolgono paiono sempre doppie.
    Sarà perché in realtà a nessuno importa un Pene.
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      Scritta da: Giuseppe Catalfamo
      Molteplici desideri all'utopica fantasia,
      -se dovessi rinascere-.
      L'ho fatto.
      Una nota musicale.

      Do, la serenità di chi agogna solo lacrime di felicità.
      Mi, io, me, depennati dal vocabolario, propenso ad ascoltare.
      Fa, il verbo volto a donar sorrisi senza attenderli.
      Sol, del nuovo giorno, percependo gli orizzonti che sono accanto.
      La, per avere un violino ed una chiave che scardina cuori.
      Si, pronunciandolo a labbra aperte, fedeli, di sentimento calde.
      Re, d'un feudo che non ha proseliti.
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        Scritta da: Giuseppe Catalfamo

        Ana, per gli amici

        Trovandomi per Giosc ad omaggiare gli amici di Pensieri Parole
        potrei far le fusa come un Gatto, decantando i Valii dei vari
        De Luca, Crispoldi, Giusva, potrei sorridere alla simpatia
        di Donatella, del Luciano, od osannare il mio preferito Jo Black.

        Ma un Eclissi nella mente Scheggia di porpora i ricordi.
        Un Toffali nel candido Marimare nel mio cuore
        ed ecco il desiderio di rivivere una vera amica.
        Complice nella vita, che da qualche Valle, alle Stremiz del cielo
        certamente mi guarda e sorride.

        Ana, per gli amici.

        Incommensurabile Dana nella mia vita.
        Pronunciarlo mi fà sentire un Prencipe,
        d'altronde mi hai sempre eletto gran Cavalera.
        Brunason i tuoi Capelli
        Che Rubini e Ametista i tuoi occhi.
        Hai vissuto in un 'mondò Di Pinto da Baron e pirati,
        Valli D'Urso, molti carnefici, nessun Salvatore.
        Pensare che per esser felice ti bastava un cuore, Panizza e farinata.

        Nonostante il tuo Cannistra fosse colmo d'orpelli di gioia,
        neanche il tuo santo Patruno poté alcunché.
        Il tuo non esser mai Barbara ti ha riservato il destino di San Giorgio.

        Dalla prima volta che il tuo sorriso incontrò la sua maschera,
        lo eleggesti a tuo Davide di Donatello.
        In realtà altro non era che un Kagib di Kabul.
        Fantasticavi sulla tua vita immaginandoti attrice accanto a lui,
        uomo famoso fra i 'pollicì del 'casalingò in scatola.
        In realtà non era Gassman ancor meno Mastroianni,
        più o Mehis un triste, squallido pollicino da tele Novelli senza Grazia.

        Ti ricordo con le labbra unte e verdi
        quando con l'immancabile radioso sorriso
        divoravi il pesto di mia madre.
        Tengo sempre un vasetto nel frigo,
        è lì per te dolce Ana.
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          Scritta da: Giuseppe Catalfamo

          La settima arte

          Il tuo Cantare è eterea melodia.
          Il tuo Danzare è sinuosamente ammiccante.
          Il tuo Suonare l'arpa rapisce i sensi.
          Le tue Sculture sembrano vivere.
          I tuoi Dipinti dan gioia e colore.
          Le tue Poesie carpiscono anime.
          Ma il meglio della tua essenza lo dai quando lo succhi nei Film porno.
          Composta mercoledì 4 agosto 2010
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            Scritta da: Giuseppe Catalfamo

            Ma chi... age?

            Quante cose dicevi di fare per me, amore mio.

            Dicevi che per ridurre la sensibilità "putanea"
            ti davi l'idrante' per aver la pelle morbida.
            Che per donarmi capelli fluidi allo sguardo usavi "Enea".
            Che pensavi a me accarezzandoti fino all'inguine mettendo i "collanti".
            Che ti piace quando guardo l'"autoreagente".
            Giocavi col riflesso dei tuoi occhi usando il "sorbetto".
            Che la "scoglionatura" era per omaggiarmi i tuoi seni.

            Amore, se vuoi far qualcosa per me vai a scuola d'italiano
            che dici un sacco di cazzate.
            Composta mercoledì 14 luglio 2010
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