Poesie inserite da Giuseppe Catalfamo

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Scritta da: Giuseppe Catalfamo

La vita.

La vita è come la mano, a volte prende spesso dà.

La vita è come il naso
a volte intasato, spesso un prato arioso.

La vita è come un capello
a volte cadente, spesso fiorente pistillo.

La vita è come le labbra
a volte con l'herpes, spesso di baci ebbra.

La vita è come il culo, a volte dà, spesso prende.
Composta lunedì 5 luglio 2010
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    Scritta da: Giuseppe Catalfamo

    Tanatografia

    Tanatografia
    La mia
    Ultimo sguardo
    Testamento di folgore scagliato alla vita
    La mia.

    Decriptala.
    Chiamami Nutrimento
    è quel che diverrò.

    Fuori dalle mura di cinta del focolare
    ho lottato con immani umani
    auto-deizzati dalla loro avida viltà.
    Continue battaglie volte all'abbattermi
    Seppur un anima al mio fianco seppe comprendermi
    Non tornerò a casa.

    Morirò
    Schiacciato
    Non di loro
    Non lasciano odori né tracce
    Vaporizzato dalla possanza del destino
    Il nostro.
    Attendo brandendo il mio potere
    l'onore.

    Voi che restate assaporate l'acre gusto dell'altrui fine
    Voi arrancate da sempre finiti.
    Non avete mai compreso
    che viversi a fianco
    è l'unico inno per non morire ogni giorno.
    Composta lunedì 21 giugno 2010
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      Scritta da: Giuseppe Catalfamo

      Pene d'amore

      Pena d'amore nel cuore.

      Era una strana giornata, il sole a picco martellava le palpebre.
      Con rabbia accoltellavo la superfice del mare, ma lui era già Morto.

      Cercavo colori dell'arcobaleno sulla vetta del monte ma lui aveva solo il Bianco.

      Bramai pace e tranquillità nell'atmosfera del lago, ma una voce trinacrica mi sussurrò "Tràsi, Tràsi, che tè Meno".

      Soffocato dalla pena, l'amplificai, la resi plurale.
      Giunto a casa l'auscultai.

      Ora sono rilassato, solo calata un po' la vista.
      Composta venerdì 12 febbraio 2010
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        Scritta da: Giuseppe Catalfamo

        Giovini ardori

        Il rosso delle labbra dal cristallo traspare
        più rubina del vino la forma appare.

        Un ruggito m'assale mentre di nettare t'irrori
        nella mente s'avvolgono turpi ardori.

        Il tuo sguardo deflora il mio pensiero
        assorto, impavido come giovane guerriero.

        Vent'enni i tuoi sensi profanano la senile ingenuità
        vigore virgulta di neonata voluttà.

        Ti concedi, vergine nei sentimenti.

        Amore Santo, col viagra ne farò almeno venti.
        Composta mercoledì 23 dicembre 2009
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          Scritta da: Giuseppe Catalfamo

          I 33 giorni di Albino

          Mai avrei potuto profetizzare l'imminente pericolo,
          se il Signore darà un peso concederà piglio per condurlo.

          Non sento d'aver preparazione né sapienza,
          l'immane segreto che Lucia volle fosse mio darà giusta forza.

          Nessuno, mai, nei secoli volle due nomi,
          eppur non posso escludere né Paolo né Giovanni.

          Fedeli, sostenetemi per esser di Cristo in terra buon Vicario.
          Incoronazione, Tiara, no Colleghi, non è merce per il popolo.

          Non ostenterò l'esser Re con Sedia Gestatoria né Troni,
          celebrerò Messa guardando dritto negli occhi tutti gli uomini.

          Morbidezza ai poveri ed alla povertà, non ludibrio.
          Redistribuzione dei beni clericali sarebbe Verbo di Dio.

          Dio è Padre, anche Madre... e da Madre accarezza.
          Maternità di Dio non contempla opulenza.

          Clemente amorevole Madre di lucente anima,
          sa che sovrapopolazione e contraccezione fan rima.

          Ho tempra dell'uomo del nord-est e sorrido umile,
          non basta, servo di Dio non so insegnarvi la divina morale civile.

          Voi avete la stessa potenza della mia fede, ma servite Satana.

          Scelgo le vie del cielo, per voi, vado in pace col Sorriso di Dio.
          Composta sabato 28 novembre 2009
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