Le migliori poesie inserite da Iris Vignola

Questo utente ha inserito contributi anche in Frasi & Aforismi e in Racconti.

Scritta da: Iris Vignola

Sirena

Dolce sirena del mare...
Quanto dovrai aspettare?
Biondi e lunghi capelli,
fra l'esili dita,
scivolano, fluenti...
Tra cerulea acqua marina,
infrangi l'onda,
che, tenue luce,
d'alba nascente,
manifesta cristallina...
al pari del tuo viso,
ancora da bambina...
Poi t'immergi,
con armoniosa movenza,
nel profondo
della tua casa immensa...
E piroetti...
E ti rituffi...
E risali la spirale,
come graziosa danzatrice,
danzante nel suo mare...
E torni a galla...
Il caldo sole... scalda...
Allorché, a lui, ti doni...
l'azzurra coda s'alza...
Di nuovo, scruti l'orizzonte,
ma non veliero, tra l'onde,
apparir, al tuo sguardo,
sovviene,
mentre, al pensiero,
memore del sogno tuo,
anelato,
nitida immagine risorge,
del tuo adorato
Principe innamorato...
Ma sconforto non temi,
giacché, tu, lo sai,
che sei l'unico amore
e, lui, per te,
donerebbe il suo cuore...
Quindi, vestire devi,
di serena attesa,
l'anima tua, smaniosa...
mentre di te,
soave canto,
d'amore narrante,
il vento diffonde,
vibrante...
affinché il sogno tuo,
sospirato,
la mera realtà rapisca,
per farlo divenir realizzato...
in men che non si dica.
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Iris Vignola

    Ibrida creatura

    Ali angeliche,
    su, di demone, il corpo,
    senso non hanno,
    o spirito assorto,
    immobile,
    solitario,
    in cerca quasi di agognante conforto.
    Son qui, a scrutarti,
    sogno o son desta?
    Se di sogno trattasi,
    realtà non può essere...
    muovermi non oso
    e, al tuo avvinghiante sguardo,
    rispondere, neppure provo.
    Se, all'inverso, sei tu reale
    qui esser non dovresti,
    bensì nel tuo mondo irreale,
    fatto di ghermente fuoco infernale?
    Neri angeli ribelli?
    Anime fosche e dannate?
    O forse son tutte sbagliate?
    Fatto di impalpabili nubi leggiadre?
    Candidi angeli, eletti?
    Esseri di luce coperti?
    Rispondermi non vuoi?
    Ebbene, allora oso
    e, nei tuoi occhi,
    seppur con trepido timor,
    lo sguardo mio, poso.
    Occhi non d'inferno plasmati,
    né di azzurri cieli sconfinati.
    Comprendere non so,
    ma una cosa è certa,
    quella lacrima che scruto scendere, lenta,
    non è perversa, né insulsa
    ibrida, fragile, confusa creatura.
    Vederti così soffrire
    tu che, da laggiù, vieni,
    o da lassù.
    È, la mia mente, ferire.
    Composta mercoledì 19 marzo 2014
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Iris Vignola

      La passione di cristo

      Limpido cielo, di stelle ammantato,
      in quella gelida notte, nella quale sei nato,
      finanche, da vivida cometa, attraversato,
      onde annunciar sublime avvento,
      tra paglia, nell'angusto antro,
      in miseri panni e solo riscaldato
      dal fiato del bue e dell'asinello,
      tu, umile e divino bambinello,
      dall'eterea dimensione, proveniente,
      sull'angosciata terra,
      per volontà del padre tuo vivente.
      Regali gesti, dalle miracolose mani,
      generate per sanare e per donare
      ciò che era andato perso,
      per un destino avverso,
      da chi, nel proprio cammino, ti ha incontrato
      ed il tuo verbo, ha fatto suo,
      per cui, ogni peccato, gli è stato cancellato.
      Carismatiche parole, dalla tua bocca,
      di pace, perdono,
      speranza, fratellanza,
      rivolte alla crescente folla,
      che ha barattato il cuore, in cambio del tuo amore,
      per mezzo delle quali, mutando triste sorte,
      la vita, hai restituito,
      sconfiggendo la morte,
      su chi, di te, la veridicità, ha recepito.
      Tu, come buon pastore,
      hai conquistato il cuore,
      di chi, di te, ha compreso
      che fossi, in verità,
      il messia tanto atteso,
      del creatore, l'unigenito figlio,
      fattosi uomo e, tra i suoi simili, sceso,
      per prender su di sé,
      del mondo, diabolico peccato.
      Ed affinché ciò si avverasse,
      fosti straziato ed umiliato,
      a seguito di, con un bacio, esser tradito
      da chi, al desco tuo, si era seduto
      ed aveva, con te, intinto il pane consacrato,
      spezzato e dispensato,
      come tuo corpo, sulla croce, immolato
      ed il vino, dal calice, bevuto,
      offerto, al pari del tuo sangue, versato,
      per l'eterno patto,
      dal dorso, che lo scudiscio ha martoriato,
      dal capo, che le spine della vile corona hanno violato
      e, appresso che, durante la via,
      cadesti, sotto, della croce, il grave peso,
      da taluni reietto e disprezzato,
      bensì, dai giusti, immensamente amato,
      dai piedi e dalle mani,
      trapassati dai sacrileghi chiodi
      e dal costato,
      dove, non ancor paghi del male compiuto,
      vigliacchi, ti hanno altresì ferito.
      Tu, essere celeste,
      che, di alcun male, ti sei macchiato
      ed hai, all'inverso, gli stolti carnefici, perdonato,
      che, all'insano ordine, hanno obbedito,
      senza capir realtà di colui che stavano uccidendo
      e che, a Dio, l'innocente suo spirito, rimetteva,
      che fosse in ver chi, d'esser, predicava.
      "Io sono la via, la verità e la vita.
      Chiunque crederà in me non morirà mai"
      pronunziò, avanti la sua ascesa,
      Gesù, chiamato il nazareno,
      o il cristo, dell'onnipotente, l'unto,
      il messia, il salvatore...
      comunque sia... il nostro adorato signore,
      che, per nostro amor, ha donato la sua vita.
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Iris Vignola

        Vite senza tempo

        Rumoreggia il silenzio,
        nella coscienza attenta.
        Grovigli di pensieri,
        Intersecati come fili,
        tentacoli, nella mente, radicati.
        Chiazze d'oblio,
        lapsus di vita passata
        e, nel contempo,
        visi improvvisi,
        sprazzi d'eventi remoti,
        come lampi che affiorano dall'io.
        Giù nel profondo,
        scavando tra memorie antiche
        che, sapienti,
        riconducono i ricordi,
        appartenenti all'anima immortale.
        Effimere vite,
        vissute quanto un battito di ali.
        Realtà irreali,
        materia che non vale quasi niente,
        che si disgrega,
        come nuvola col vento,
        sotto l'inverecondo influsso
        d'un fuggente tempo,
        che lo spirito non teme, ma divora,
        nutrendosi di fasci d'ore e di minuti,
        onde approdar all'esistenza muta,
        in una dimensione ancora pura,
        nel suo non tempo,
        eterno ed assoluto.
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Iris Vignola

          Scarpette rosse

          Leggiadra all'apparir, sovvieni, al pari di dolce farfalla,
          volteggiante nell'aria tiepida di primavera in fiore.
          Son ali colorate, le tue scarpette rosse,
          di lucente raso create, nastrate alle caviglie,
          come, da tempi immemori, son solite far le ballerine.
          Punte gessate, su cui spiccare il volo,
          acciocché farti ammirare, tentando di scordar dolore e ansia,
          roteando, aggraziata, in vorticose pirouettes infinite,
          esile trottola, nell'armoniosa danza,
          ritmata al cadenzar d'una soave melodia,
          nell'attitude, nel fouettè, nel pas de chat,
          nel coup de pied, nel developpè, nell'arabesque,
          le tue movenze fluidamente delicate trasudano energia
          e fan di te poesia, sublime libellula danzante,
          sposata al sacrificio, senza alcun indugio,
          a cui ti doni con passione e dedizione,
          per tornare ad esser ancora e ancora notturna falena,
          attirata dall'aura iridescente della scena,
          nell'istante supremo d'apertura del sipario,
          quando, ad occhi chiusi, trai un respiro più profondo,
          per balzare dalle quinte e volare su quel palco,
          avvolta in altrui vesti, d'organza e di paiettes,
          giacché narrar le storie, con la tua suggestiva danza,
          preludio, fulcro, epilogo del cantico d'amore.
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Iris Vignola

            Celestiale è

            Celestiale è 'l color della speme, mai muore,
            nutrita al levar del mattino,
            disacerba 'l rancor suffragato dal male,
            di candor fanciullesco s'avvolge.

            Emulando parvenza del mare,
            già sottratta in partenza al cielo ceruleo,
            estorce la tinta cangiante,
            nell'intenso desio di rinascer costante.

            Nel celeste mantel virginale
            si cela, nell'intento di trarne conforto,
            la preghiera che sale è sagace,
            cita l'inno a schiacciare il serpente.

            Celestiale è la nota d'intenso vibrare,
            ch'ancor s'ode, nel porre l'udito,
            quale musica astratta, nel cosmo sapiente,
            un sussurro vitale che prende, struggente.

            Linfa fresca infiamma le vene,
            nel tripudio di coglier respiro,
            nell'immenso fluir di quel canto ancestrale
            stimolante  'l coraggio interiore.

            Celestiale è l'amore che smuove ogni dove,
            che v'è intriso, nell'intrinseco spazio,
            ch'ha certezza soltanto sentito nel cuore,
            quale magico incanto perpetuo e sgorgante.

            Immortal tale fonte primaria, di suono si tinge,
            negli armonici accordi che giungono all'io,
            gorgheggianti com'echi ch'espandono l'aere,
            risponde fervente 'l palpito d'un cuor nascente.
            Composta martedì 13 dicembre 2016
            Vota la poesia: Commenta