Le migliori poesie inserite da Iris Vignola

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Scritta da: Iris Vignola

Un'altra alba verrà

Nascondendomi nel sonno,
m'hai trovata, nel mio sogno,
m'hai baciata e accarezzata,
sussurrandomi "Mia amata"
e donandomi una rosa...
L'alba uggiosa del risveglio,
abbracciata dalla nebbia,
ha portato solo lacrime di pianto
sotto il cielo, gonfio e grigio,
riversante fitte gocce d'acqua dolce,
che han lavato il mio viso addolorato,
trascinandone via, del sale, il gusto acidulo ed amaro.
Rosa, rossa o rosa che tu sia,
pegno d'amore,
spine aguzze han trafitto questo cuore,
già invero sanguinante.
D'improvviso, ecco un raggio farsi strada
e squarciare nubi oscure, all'orizzonte.
Il pensiero vola alto,
fuoriuscendo dal tormento del presente,
per strappare, dalle labbra, il mio sorriso,
confidando in un'aurora,
sì splendente e luminosa,
dacché lui giungerà a me,
conducendo con sé una vera rosa,
appena colta, impreziosita di gocce trasparenti e iridescenti di rugiada,
forse rossi oppure rosa, i suoi petali odorosi;
sullo stelo, lungo e sottile,
l'infida arma delle spine,
mai più, trafiggerà il mio cuore,
giacché avrò vicino il mio agognato amore.
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    Scritta da: Iris Vignola

    Sirena

    Dolce sirena del mare...
    Quanto dovrai aspettare?
    Biondi e lunghi capelli,
    fra l'esili dita,
    scivolano, fluenti...
    Tra cerulea acqua marina,
    infrangi l'onda,
    che, tenue luce,
    d'alba nascente,
    manifesta cristallina...
    al pari del tuo viso,
    ancora da bambina...
    Poi t'immergi,
    con armoniosa movenza,
    nel profondo
    della tua casa immensa...
    E piroetti...
    E ti rituffi...
    E risali la spirale,
    come graziosa danzatrice,
    danzante nel suo mare...
    E torni a galla...
    Il caldo sole... scalda...
    Allorché, a lui, ti doni...
    l'azzurra coda s'alza...
    Di nuovo, scruti l'orizzonte,
    ma non veliero, tra l'onde,
    apparir, al tuo sguardo,
    sovviene,
    mentre, al pensiero,
    memore del sogno tuo,
    anelato,
    nitida immagine risorge,
    del tuo adorato
    Principe innamorato...
    Ma sconforto non temi,
    giacché, tu, lo sai,
    che sei l'unico amore
    e, lui, per te,
    donerebbe il suo cuore...
    Quindi, vestire devi,
    di serena attesa,
    l'anima tua, smaniosa...
    mentre di te,
    soave canto,
    d'amore narrante,
    il vento diffonde,
    vibrante...
    affinché il sogno tuo,
    sospirato,
    la mera realtà rapisca,
    per farlo divenir realizzato...
    in men che non si dica.
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      Scritta da: Iris Vignola

      Ibrida creatura

      Ali angeliche,
      su, di demone, il corpo,
      senso non hanno,
      o spirito assorto,
      immobile,
      solitario,
      in cerca quasi di agognante conforto.
      Son qui, a scrutarti,
      sogno o son desta?
      Se di sogno trattasi,
      realtà non può essere...
      muovermi non oso
      e, al tuo avvinghiante sguardo,
      rispondere, neppure provo.
      Se, all'inverso, sei tu reale
      qui esser non dovresti,
      bensì nel tuo mondo irreale,
      fatto di ghermente fuoco infernale?
      Neri angeli ribelli?
      Anime fosche e dannate?
      O forse son tutte sbagliate?
      Fatto di impalpabili nubi leggiadre?
      Candidi angeli, eletti?
      Esseri di luce coperti?
      Rispondermi non vuoi?
      Ebbene, allora oso
      e, nei tuoi occhi,
      seppur con trepido timor,
      lo sguardo mio, poso.
      Occhi non d'inferno plasmati,
      né di azzurri cieli sconfinati.
      Comprendere non so,
      ma una cosa è certa,
      quella lacrima che scruto scendere, lenta,
      non è perversa, né insulsa
      ibrida, fragile, confusa creatura.
      Vederti così soffrire
      tu che, da laggiù, vieni,
      o da lassù.
      È, la mia mente, ferire.
      Composta mercoledì 19 marzo 2014
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        Scritta da: Iris Vignola

        Vite senza tempo

        Rumoreggia il silenzio,
        nella coscienza attenta.
        Grovigli di pensieri,
        Intersecati come fili,
        tentacoli, nella mente, radicati.
        Chiazze d'oblio,
        lapsus di vita passata
        e, nel contempo,
        visi improvvisi,
        sprazzi d'eventi remoti,
        come lampi che affiorano dall'io.
        Giù nel profondo,
        scavando tra memorie antiche
        che, sapienti,
        riconducono i ricordi,
        appartenenti all'anima immortale.
        Effimere vite,
        vissute quanto un battito di ali.
        Realtà irreali,
        materia che non vale quasi niente,
        che si disgrega,
        come nuvola col vento,
        sotto l'inverecondo influsso
        d'un fuggente tempo,
        che lo spirito non teme, ma divora,
        nutrendosi di fasci d'ore e di minuti,
        onde approdar all'esistenza muta,
        in una dimensione ancora pura,
        nel suo non tempo,
        eterno ed assoluto.
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          Scritta da: Iris Vignola

          Scarpette rosse

          Leggiadra all'apparir, sovvieni, al pari di dolce farfalla,
          volteggiante nell'aria tiepida di primavera in fiore.
          Son ali colorate, le tue scarpette rosse,
          di lucente raso create, nastrate alle caviglie,
          come, da tempi immemori, son solite far le ballerine.
          Punte gessate, su cui spiccare il volo,
          acciocché farti ammirare, tentando di scordar dolore e ansia,
          roteando, aggraziata, in vorticose pirouettes infinite,
          esile trottola, nell'armoniosa danza,
          ritmata al cadenzar d'una soave melodia,
          nell'attitude, nel fouettè, nel pas de chat,
          nel coup de pied, nel developpè, nell'arabesque,
          le tue movenze fluidamente delicate trasudano energia
          e fan di te poesia, sublime libellula danzante,
          sposata al sacrificio, senza alcun indugio,
          a cui ti doni con passione e dedizione,
          per tornare ad esser ancora e ancora notturna falena,
          attirata dall'aura iridescente della scena,
          nell'istante supremo d'apertura del sipario,
          quando, ad occhi chiusi, trai un respiro più profondo,
          per balzare dalle quinte e volare su quel palco,
          avvolta in altrui vesti, d'organza e di paiettes,
          giacché narrar le storie, con la tua suggestiva danza,
          preludio, fulcro, epilogo del cantico d'amore.
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            Scritta da: Iris Vignola

            Celestiale è

            Celestiale è 'l color della speme, mai muore,
            nutrita al levar del mattino,
            disacerba 'l rancor suffragato dal male,
            di candor fanciullesco s'avvolge.

            Emulando parvenza del mare,
            già sottratta in partenza al cielo ceruleo,
            estorce la tinta cangiante,
            nell'intenso desio di rinascer costante.

            Nel celeste mantel virginale
            si cela, nell'intento di trarne conforto,
            la preghiera che sale è sagace,
            cita l'inno a schiacciare il serpente.

            Celestiale è la nota d'intenso vibrare,
            ch'ancor s'ode, nel porre l'udito,
            quale musica astratta, nel cosmo sapiente,
            un sussurro vitale che prende, struggente.

            Linfa fresca infiamma le vene,
            nel tripudio di coglier respiro,
            nell'immenso fluir di quel canto ancestrale
            stimolante  'l coraggio interiore.

            Celestiale è l'amore che smuove ogni dove,
            che v'è intriso, nell'intrinseco spazio,
            ch'ha certezza soltanto sentito nel cuore,
            quale magico incanto perpetuo e sgorgante.

            Immortal tale fonte primaria, di suono si tinge,
            negli armonici accordi che giungono all'io,
            gorgheggianti com'echi ch'espandono l'aere,
            risponde fervente 'l palpito d'un cuor nascente.
            Composta martedì 13 dicembre 2016
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