Poesie preferite da Jean-Paul Malfatti

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Scritta da: Marco Galvagni

Il tuo sorriso

Tu hai il sorriso di un angelo dolce
che mi accompagnerà passeggiando per mano
per bagnasciuga con cascate di spuma
dove le nostre orme sulla rena fine
saranno come le scie dei nostri pensieri
intrecciati come ghirlande di fiori.

Il sorriso della stella più splendente,
dapprima un bagliore nella notte silenziosa
e poi astro che m'abbaglia
come la luce del nocciola dei tuoi occhi
apparsi d'improvviso a stregarmi
che aprono per me tutte le porte del cielo.
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    Scritta da: Jean-Paul Malfatti

    Does it Matter?

    My parents asked me if I am gay.
    I said, "Does it matter?"
    They said, "No, not really."
    I told them, "Yes."
    They said, "Get out of our lives."
    I guess it mattered.

    My boss asked me if I am gay.
    I said, "Does it matter?"
    My boss said, "No, not really."
    I said, "Yes."
    My boss said, "You're fired, QUEER."
    I guess it mattered.

    My friend asked me if I am gay.
    I said, "Does it matter?"
    My friend said, "No, not really."
    I told my friend, "Yes."
    My friend said, "Don't call me your friend."
    I guess it mattered.

    My love asked, "Do you love me?"
    I said, "Does it matter?"
    My love said, "Yes."
    I told my love, "I love you."
    My love said, "Let me hold you in my arms."
    Something matters.

    My God asked, "Do you love yourself?"
    I said, "Does it matter?"
    My God said, "Yes."
    I asked, "How can I love myself? I am gay."
    My God said, "That is the way I made you."
    Nothing again will ever matter.

    Ha importanza?

    I miei genitori mi hanno chiesto se sono gay.
    E ho detto, "Ha importanza?"
    Loro hanno risposto, "No, non molta".
    Io ho detto loro, "Sì, sono gay".
    Loro hanno risposto, "Stai fuori dalle nostre vite".
    Immagino che fosse importante.

    Il mio capo mi ha chiesto se sono gay.
    Io ho detto, "Ha importanza?"
    Lui mi ha risposto, "No, davvero".
    Io ho detto, "Sì, sono gay".
    Lui mi ha risposto, "Sei licenziato, frocio".
    Immagino che fosse importante.

    Un mio amico mi ha chiesto se sono gay.
    Gli ho detto, "Ha importanza?"
    Lui mi ha risposto, "No, davvero".
    Gli ho detto, "Sì, sono gay".
    Lui mi ha risposto, "Non considerarmi più tuo amico"
    Immagino che fosse importante.

    Il mio compagno mi ha chiesto, "Mi ami?"
    Gli ho detto "È importante?"
    Lui mi ha risposto, "Sì"
    Gli ho detto, "Ti amo".
    Lui ha risposto, "Fatti abbracciare".
    Qualcosa ha importanza.

    Il mio Dio mi ha chiesto, "Ami te stesso?"
    Gli ho detto, "Ha importanza?"
    Lui mi ha detto, "Sì"
    Gli ho chiesto, "Come posso amare me stesso? Sono gay."
    Lui mi ha detto, "È così che ti ho fatto".
    Ora nulla avrà più importanza.
    Composta venerdì 13 aprile 2012
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      Scritta da: Antonio Prencipe

      Quel "no" che la morte al posto tuo scrisse

      Chissà se adesso inventi
      la parte buona di me.

      "Dimenticarti è impossibile."

      Disse così il tramonto
      passato per caso nella mia vita.

      Se nella sabbia disegni ancora
      la mia anima inventa un nuovo amore
      anche per il mio corpo lasciato
      su questa terra a tremare.

      Quel no lasciato sulla mia pelle
      ha lacerato l'aria che aspiravo
      nell'attesa di un tuo respiro
      sulle mie labbra stanche di aspettarti.

      Quel no che tu non mi hai mai detto,
      che non hai nemmeno mai pensato,
      che ha modellato la mia fragilità
      facendomi diventare forte come il cemento
      e sensibile come una piuma caduta
      da un cielo tenuto in catene.

      "I tuoi occhi piangono anche quando
      la tua bocca ride."

      Così mi hai detto in un sogno
      non troppo lontano.

      Mi hai amato, odiato, sostenuto
      e mai abbandonato perché anche se
      fisicamente non ci sei più,
      sento i tuoi sorrisi gridare nel vento,
      le tue mani accarezzare il cuore
      e il tuo amore reggere la mia stanca
      e vigliacca voglia di vivere.

      Amore mio...

      Ti scrivo ancora dicendoti
      che la tua morte non ha fatto altro
      che rafforzare e rendere indelebile
      l'amore che per te ho provato
      e che mai lascerò andare via.

      Sei Vita.

      Sei il dolore più grande che ho dovuto
      combattere, la forza di una lacrima
      squartata da un raggio di sole.

      Quel no che la morte al posto tuo
      scrisse sulle pagine del mio destino.
      Composta martedì 5 giugno 2012
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        Scritta da: ROBERTO POZZI

        La colpa del figlio, il peccato del padre

        Non so dire
        a chi spettano le colpe,
        a chi appartengono i peccati:
        al figlio,
        al padre
        o ad entrambi.

        La paternità
        della ragione o del torto
        in una mancata relazione
        rimarrà sempre incerta,
        ma per porre fine
        ad una triste storia
        non serve confermare
        le responsabilità dell'uno
        piuttosto che dell'altro;
        in questo delicato fragente
        si riuscirebbe solo a consolidare
        quel sentimento familiare mancato
        tra un padre ed un figlio
        che non hanno mai legato.

        Alle sensibili anime
        che ricercano quell'amore,
        a volte l'ostile destino
        si dimostra disponibile,
        regalando del tempo
        o un'altra opportunità,
        per risolvere latenti conflitti
        permettendo a loro
        di riscrivere da capo
        quel primo capitolo
        della loro vita!

        Allora sì che un padre ed un figlio
        riusciranno a scrivere insieme
        una vera storia
        basata sul reciproco perdono,
        senza condizioni o esclusioni
        a quei bisogni altruisti del noi
        a scapito dalle rivendicazioni
        dei rispettivi ed egoisti io,
        e allora vivranno
        un nuovo futuro
        in cui un figlio adulto,
        rimasto ancora bambino,
        non dovrà più anelare
        un tenero sorriso
        dal suo amato papà!
        Composta domenica 7 luglio 2013
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          Scritta da: Carlo Bisecco

          Il compositore

          Scelte note
          ravvicinate l'une alle altre
          plasmano inconsapevolmente
          favolose armonie,
          sinfonie dell'anima,
          specchio dei più arcani sentimenti
          del giovane compositore.
          Sui tasti d'avorio
          le dita scorrono
          in una danza naturale
          per dar voce a vivaci emozioni
          su di un palco sfarzoso.
          Il compositore svela
          Ciò che è lui,
          rivela i segreti fin allora nascosti,
          racconta le infinite pagine
          della storia sua,
          si dona a coloro
          che odono con piacere
          in un brivido di passione.
          Composta venerdì 17 maggio 2013
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            Scritta da: Jean-Paul Malfatti

            Se amare fosse facile

            Se amare fosse facile,
            non ci sarebbe tanta gente che non ama,
            né tanta gente che non è amata.

            Se amare fosse facile,
            non ci sarebbe tanta fame nel mondo,
            né tante guerre.

            Se amare fosse facile,
            non ci sarebbe tanta gente senza cognome,
            non ci sarebbero bambini abbandonati a se stessi nelle strade,
            né ci sarebbero orfanotrofi, perché le famiglie serene li adotterebbero.

            Se amare fosse facile,
            non ci sarebbero donne maltrattate,
            e mai nessuno negherebbe quello che ha giurato sull'altare,
            e allora non ci sarebbero né separazioni né divorzi.

            Se amare fosse facile,
            non ci sarebbero rapine, sequestri, e omicidi.
            Ma l'amore è un sentimento che comporta anche delle rinunce,
            e l'uomo è un egocentrico egoista che si chiude nel suo "IO".
            Ecco perché amare è difficile.
            Composta domenica 14 maggio 2006
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              Scritta da: Jean-Paul Malfatti

              Mi sentivo senza vita

              Ho cambiato il
              giorno per la notte
              e la notte per il giorno.
              Vedevo il sole nel buio
              e la luna nella sua luce.
              Pensavo ch'ero impazzito.

              Dormivo il giorno
              ed ero sveglio di notte.
              Il pranzo era la cena,
              e la cena era il pranzo.
              Mi svegliavo metà sveglio
              e metà addormentato.

              I giorni erano bui e
              le notte chiare di sole.
              Non riuscivo a ricordare
              nemmeno il mio nome.
              Non sapevo più chi ero
              né dove mi trovavo.

              Camminavo lento...
              proprio come un zombie
              rifiutato dai vampiri
              e dai loro pipistrelli.
              Ero pallido, quasi morto.
              Mi sentivo senza vita.
              Composta giovedì 9 febbraio 2012
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                Scritta da: Jean-Paul Malfatti

                Le due ziette del cuore

                La mia zietta di qua
                si chiama Deborà
                La quell'altra di lì
                si chiama Marli.

                L'una ama tanto ballare,
                mentre l'altra, cucinare...
                Debby sa ballare come pochi,
                e Marli fa invidia ai cuochi.

                Se Debby parla ben il francese,
                Marli lo fa col portoghese...
                Son le due ziette del cuore,
                a cui dono un mondo d'amore.

                Debby è frutto della mente,
                di questo poeta carente...
                E se lei è solo virtuale,
                la zia Marli è davvero reale.
                Composta lunedì 30 luglio 2007
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                  Scritta da: Antonio Prencipe

                  I sassi si sgretolano nel vento

                  La gente pensa che il tempo
                  guarisca il dolore.
                  Si sbaglia, il tempo anestetizza il dolore,
                  lo fa sembrare meno amaro e lacerante
                  di quel che è...
                  Niente passa, tutto si nasconde dietro
                  un graffio, un livido grande
                  quanto un sole nascosto nelle lacrime
                  di catrame che ho gettato, ho perso
                  ed ora mi rendo conto di non averle più,
                  le ultime le ho perse nel sale
                  mischiato al sudore e alla sabbia.
                  Ricorderò gli schiaffi,
                  le unghie cadute da due mani giunte,
                  le ciglia prendere fuoco nella pioggia,
                  i sassi gridare per poi sgretolarsi nel vento,
                  i petali di rosa sulle bare bianche,
                  i silenzi di due amanti abbracciati
                  come se la notte non finisse mai.
                  Ma quale amore,
                  io voglio soltanto fumare e bere vino
                  a mezzanotte immerso nei ricordi
                  e nella notte mia unica madre.
                  Soffrire per amore ma chi me lo fa fare
                  preferisco affogare nei sorrisi
                  che il diavolo seduto sopra il mio
                  cuore riesce a donarmi sussurrando speranza
                  alle orecchie sorde della mia anima guerriera.
                  Sono uscito di casa ed ho visto
                  cadere il mare dentro un vento spento.
                  Voglio essere libero in questa
                  prigione che la gente comune chiama libertà.
                  Donerei gli anni miei a coloro
                  che di fame muoiono in Africa
                  o in un cartone dimenticato da Dio.
                  Mi strapperei gli occhi e li donerei
                  a tutti coloro che non hanno mai
                  visto una farfalla squarciare un fiore.
                  Si muore due volte e si rinasce
                  solo una volta dentro un diamante sommerso
                  da una strana polvere malinconica.
                  Siamo destinati ad un unico grande amore,
                  il mio l'ho già perso assieme al cuore.
                  Composta mercoledì 23 maggio 2012
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