Voce flebile, sguardo di tenero cerbiatto vecchio addolcito dal tempo perduto ha ogni cosa innocente, ma innocente ed onesto cammina a piccoli passi strascicati e ruba i miei sogni di bimba in un sonno di declino.
Oggi ho lasciato i compagni per un tuo sospiro, un tuo sospiro fresco di neve al mattino e accogliente di primavera inoltrata. Oggi ho lasciato i compagni il gioco, la sfida, la mischia per un tuo respiro e per un tuo soffio dò sfogo a viventi note.
La vita è un sogno che noi crediamo per sbrigare le faccende del cielo, svelti a portar via i nostri prodotti pronti a masticare ed ingoiare la vita, in attesa della rinascita celeste.
Il luogo che un tempo mi accoglieva dove trovavo energia e ispirazione, improvvisamente mi è nemico, mi indispone. Comincia tutto da un sogno... di notte, nel bosco, a lato della strada vedo in terra gambe d'uomo in pantaloni rossi e scarpe.
Non tronco, non viso, non braccia solo gambe, abbandonate così senz'altri indizi.
Le osservo inorridita e si gonfiano a dismisura. Il risveglio, trafelata con angoscia. Ciò che mi ha lasciato e non ritroverò è la risposta, ma qual è la domanda?
Beviamo il tuo caffè col tuo oro nero traversiamo strade mangiamo frutti succosi della tua terra perché non dovremmo accoglierti? Parti dal natale suolo con speranze e aspettative, a volte, troppe volte, non raggiungi ciò che brami. Il mare ti rapisce e ti addormenta. Atre volte arrivi a terra, freddo nelle ossa e nell'anima, hai lasciato tutto amori e cuori, e qui cosa trovi? Celle fredde con sembianze umane, un lavoro che non verrà, se non agli ordini dell'oro rosso, speranze vane. Comprendere, aiutare le ragioni dell'altro sono le mie ragioni, occhi smarriti paura dell'ignoto e della morte, aiuta coloro che non hanno altro.