Scritta da: Maresa Schembri
in Poesie (Poesie d'Autore)
Clausola
Tanto per non finire:
la morte, già così allegra a viverla,
ora la dovrei morire?
(Non me la sento, d'ucciderla)
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Tanto per non finire:
la morte, già così allegra a viverla,
ora la dovrei morire?
(Non me la sento, d'ucciderla)
Hanno rubato Dio.
Il cielo è vuoto.
Il ladro non è ancora stato
(non lo sarà mai) arrestato.
Viltà d'ogni teorema.
Sapere cos'è il bicchiere.
Disperatamente sapere
che cosa non è il bicchiere,
le disperate sere
quando (la mano trema,
trema) nel patema
è impossibile bere.
In alto,
ove si stagliano terse nell'azzurro
vette inviolate,
al di sopra del mondo,
ove tace l'angoscia
d'ogni essere mortale,
nella tersa vastità silente,
l'animo esulta,
nell'infinito vortice si libra
e riposa, placato.
Non esiste più
l'angoscia ed il tormento
di andare,
come esule,
con la carne che duole...
Al di sopra del tempo,
fuori dalle strade del mondo,
qui mi conforta
l'infinito abbraccio
delle vergini vette.
Come uccello,
approdato nel nido
dopo lunga tempesta,
nelle braccia del Creatore,
posa l'animo mio.
Tu sei la luce del sole.
Ove posi lo sguardo
fiorisce la gioia.
Ho scoperto con te
stelle splendenti nel cielo
e teneri fiori pei campi.
Abbiamo cercato gocce di rugiada
sui fili d'erba...
Nei tuoi occhi profondi
ho trovato la pace.
E quando impaurito,
lo sguardo di un timido agnello,
mi cerchi la mano,
una forza sconosciuta mi assale.
Non esiste la Morte,
se odo al mio fianco
il tuo breve respiro,
mio piccolo uomo.
Ritrovare
nelle recondite
viuzze
del Paese
la gioia della mia infanzia,
quando per gioco
salivo e scendevo
da esse
in cerca
di farfalle
e lucciole
capricciose!
Senza neanche tentar
di trovare altre parole
oltre a quelle già dette e ridette
scordate e perdute...
rifletto sulla tua ombra.
Leggera si muove
sopra i fiori trapuntati del letto
sfiora i quadrati del pavimento
si sposta scivolando
sulle pareti di stoffa
... sotto il tuo corpo si nasconde
quando stanco
posi la testa sul cuscino.
La cerco con lo sguardo
già sicura di non trovarla
quando al mattino
solo l'aria
profuma di te.
Forse c'è una casa in questa città
dove la porta s'apra per sempre
questa mattina al tocco dell'aurora,
dove lo scopo della luce è raggiunto.
I fiori sono sbocciati
nelle siepi e nei giardini,
e forse c'è un cuore che in essi ha trovato
questa mattina il dono che era in viaggio
da un tempo infinito.
Se cerchi nel mio cuore,
trovi pianeti dispersi
in galassie lontane,
formati da pianeti,
e uragani di pietra.
Nel centro, vi sorge
una chiesa indemoniata
costruita con sangue
e gesso, in un piccolo
pozzo di fango.
A pochi passi vi è una
fontana di lacrime dove
si fanno il bagno i dannati.
All'uscita una strada,
bagnata di sudore,
dove la mia futile
vita,
si abbandona a dispetto
dell'ingiusta stupida
fortuna.
Accade di rattristarsi
come un condannato
a vita,
e ci insegnano a glorificare
un sommo canto,
con la speranza di
sfogare il dolore.
Le abitudini, che ci
insegnano sin da
piccoli,
si schiudono con l'inverno,
mentre un disco va
a rallegrare la tristezza
racchiusa nell'anima.
Come l'angoscia che
perseguita i dannati
decliniamo come il verso
del mare,
dentro un animare
che si spegne
con l'oscurità.