Scritta da: Mariella Buscemi
Ho crocefisso la memoria
e conficcato la lancia
nella costola del ricordo più intimo.
Ai piedi
nel terreno
genuflessa
la vergogna
come pia donna
piange.
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Ho crocefisso la memoria
e conficcato la lancia
nella costola del ricordo più intimo.
Ai piedi
nel terreno
genuflessa
la vergogna
come pia donna
piange.
Ho piantato fiori d'acciaio
nella mia anima di cemento
e ne ho fatto colonna
ai bordi della vita sterrata
Ho lavato le mani
con cocci di vetro
scendere a cascata
dai ruscelli asciutti dei rimpianti
strofinare gl'occhi
generare rivoli cremisi
e lacrime secche
Impietosita
per il mio stesso Dolore
mi sono stretta
e mi son vista orribile e magnifica
persa e rinchiusa.
Sigillami la bocca d'essenza densa
e fammi tana
quando ti senti di fuggire e tornare
tornarmi
come ti fossi salvezza
invece, dannazione
planami in volo
il nostro
e ruggiscimi animale.
Muorimi dentro,
liquido,
ch'io ti contengo.
Sui crinali del tuo corpo
adagiami
come terra sacra
condotta dal vento
e calpestami di pelle
senza calzari
profanandomi di fuoco.
Nelle redini delle mie ciocche
intrama le dita e le nocche
di presa salda
e sulla schiena viaggiami
come falco verso preda
bagnandoci di parole umide.
Ho autunni lunghi anni
che non danno mai il cambio ad umori e stagioni
e mi accompagnano singhiozzi di violini gotici
davanti alle mie tante anime spettatrici
nel mio teatro notturno.
Come un'opera, m'intono,
ma di voce mancante,
in sussurro e bisbiglio
per il timore di disturbarmi.
Non si svegli il male.
Mi hai rasato le vene
in questo lager emotivo
e mi hai cremato la voglia
perché colasse
rovente
a marchiare la carne
e le parole
Uniti dalla stessa mancanza d'aria
a rubarci il fiato
io dalla tua bocca
tu dalla mia
Vienimi
in asfissia
ché ti sono palpito.
Senza radice,
né cielo
legata a catene costruite d'ossessione
mi faccio malattia
sul pavimento di un ricovero urgente
E toccami con le ali nere
senza scegliermi
senza sceglierti
fa che ci si succeda
tu come animale
io come donna.
Parola che mi guardi
nel trionfo dell'indicibile
- ultima confessione -
traghettata a sponda di fiume inumano
da artigli di corvo
_congiunge l'esalazione
alla non vita
_misticanza
tra il plumbeo dell'anima
e ventuno grammi di cielo
oltre l'orizzonte
come taglio di lama
sugli umori liquidi ed inconsistenti
mi spacco in millimetri sferici di rena
in nome della sacra investitura.
Per quanto eviti gli specchi
e gli occhi
c'è un riflesso che non mi sfugge mai
e si pone, crudele,
davanti a me
come una bestia dagli istinti bassi
pronta a sbranarmi,
in grado di domarmi.
Nessuno direbbe
possa essere così spietata e feroce,
traballante come si presenta
sui suoi tacchi
e di grazia vestita!