Poesie inserite da Mariella Buscemi

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Scritta da: Mariella Buscemi
La tempesta parla del vuoto
e le solitudini spirano dentro
con il vento delle memorie
che si portano dietro detriti
sul suolo dell'anima s-battuta,
in travaglio,
stanotte,
partoriente
- dall'utero deserto -
aghi di pino e scaglie liquide di fiume,
ché nessun corso mi è dentro
spaccato dalle crepe
profonde rughe
di giovane vecchiaia.
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    Scritta da: Mariella Buscemi
    Chè se sono avanzo
    o mi avanzo
    eccedendomi
    sottraendomi
    dimezzandomi
    scarseggiandomi
    e mi rimango
    accogliendomi
    sfrattandomi
    ospitandomi
    sgusciando
    dall'uscio incustodito
    per far ritorno
    io con le cose perse
    che m'appartengono più delle cose avute
    ed avuto e perso
    _insieme
    come scarto abbandonato
    al manicomio dei miseri
    che elemosinano appendici e lungaggini
    mai sazia di rimasugli
    sorseggio residui
    e tu ed io
    intimi commensali
    al convivium scarno
    con le coppe rovesciate
    e le braccia incrociate sul petto
    cibarci di noi
    - cannibali -
    ad azzannarci la carne per la fame.
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      Scritta da: Mariella Buscemi
      Come un grottesco funambolo
      d'un circo infernale.
      Gravitano lame di forbici taglienti,
      lucide cesoie,
      a lambire i miei fili esistenziali
      - circuiti elettrici -
      Mòire sugli spalti a tesserne le trame,
      scorbutiche ed oscure.
      Traballo
      zoppicando,
      su un ineluttabile dis-equilibrio,
      di sbieco
      obliqua
      inclinata
      declinata
      reclinata
      instabilità dei giorni
      in-definizione di pensieri notturni
      _così
      al confine di buio e luce
      come
      di bianco e nero
      e dentro e fuori
      io
      sul filo del rasoio
      come arma inesorabile,
      inevitabile,
      mi spacco le piante
      per affondare e tenere,
      sbilanciando lo sguardo
      verso ciò che so
      e ciò che devo sapere.
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        Scritta da: Mariella Buscemi
        Dove metto la lingua sono affari miei!
        Quali parole le faccio battere
        e quante volte la faccio schiaffeggiare dal palato
        per ripetere quei "No" che mi vengon fuori tanto bene,
        sono sempre affari miei!
        Quanto possa piacerle il gusto del rischio,
        viscido sulla lama affilata,
        cospargerla di saliva
        e renderla innocua,
        non più aguzza sul taglio,
        questi,
        sono "affari amari" della lama che s'avvicina,
        incauta!
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          Scritta da: Mariella Buscemi
          Mi stacco!
          Ebbrietudine solitaria.
          Penzolo dai tentativi di furto
          degli altri,
          ché non m'appartengo,
          ma mi tengo
          e non voglio sfrattarmi,
          diseredarmi,
          farmi "non mia",
          irriconoscibile,
          estranea e forestiera al mio esser stata.
          Mi ritorno,
          ché essere "con"
          non è essere "in",
          ma,
          dover essere "per".
          Mi rimango,
          dando l'illusione del prestarmi,
          dell'affittarmi,
          ma non sono all'asta,
          fatiscente,
          antica,
          diroccata,
          ma mi tengo.
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