Mia madre gemette, mio padre pianse, nel periglioso mondo balzai, impotente, nudo, lamentandomi forte, come un fantasma nascosto in una nube.
Lottando nelle mani di mio padre, agitandomi contro le bende che dovevano avvolgermi, legato e stanco, ritenni la cosa migliore il ripiegarmi sul petto di mia Madre.
Ma la cosa migliore non furono quei baci e neppure le passeggiate serali, o i nostri segreti. La cosa migliore era la forza che quell'Amore mi dava, la forza lieta di vivere e di lottare per lei, di camminare sull'acqua e sul fuoco. Potersi buttare, per un istante, poter sacrificare degli anni per il sorriso di una donna: questa sì che è felicità, e io non l'ho perduta.
Se la morte fosse un vivere quieto, un bel lasciarsi andare, un'acqua purissima e delicata o deliberazione di un ventre, io mi sarei già uccisa. Ma poiché la morte è muraglia, dolore, ostinazione violenta, io magicamente resisto. Che tu mi copra di insulti, di pedate, di baci, di abbandoni, che tu mi lasci e poi ritorni senza un perché o senza variare di senso nel largo delle mie ginocchia, a me non importa perché tu mi fai vivere, perché mi ripari da quel gorgo di inaudita dolcezza, da quel miele tumefatto e impreciso che è la morte di ogni poeta.
Ti ho scritto al chiaro di Luna Sul tavolinetto ovale, Con una scrittura pallidissima, Parole tremolanti, a pena tinte d'arcobaleno e che disegnano baci. Perché per te voglio dei baci Muti come l'ombra e leggeri e che ci sia il chiaro di Luna e il rumore dei rami che poggiano Su questa pagina staccata.
Il capriccio di un attimo mi ha rubato il futuro, messo insieme a casaccio. Voglio rifabbricarmelo più bello, come l'ho sempre pensato. Ricostruirlo su terreno solido (le mie intenzioni). Risollevarlo su colonne altissime (i miei ideali). Riaprirvi il passaggio segreto dell'anima mia. Rialzargli la torre scoscesa della mia solitudine.
Aspettando la morte come un gatto che sta per saltare sul letto mi dispiace così tanto per mia moglie lei vedrà questo corpo rigido e bianco lo scuoterà una volta, e poi forse ancora: "Hank!" Hank non risponderà. Non è la mia morte che mi preoccupa, è lasciare mia moglie con questa pila di niente. Però vorrei che lei sapesse che tutte le notti dormite accanto a lei anche le discussioni inutili erano sempre cose splendide e le più difficili delle parole che ho sempre avuto paura a dire ora possono essere dette: "Ti amo".
Finisci allora quest'ultima canzone e separiamoci. Scorda questa notte ora che la notte è finita Chi cerco di serrare tra le braccia? I sogni non si possono far prigionieri. Con mani avide stringo al mio cuore il vuoto, ed esso mi ferisce il petto.
Io ti amo quando piangi e amo il tuo viso annuvolato e triste. La tristezza ci unisce e ci divide senza che io sappia senza che tu sappia. Quelle lacrime che scorrono, io le amo e in loro amo l'autunno. Alcune donne hanno dei bei visi ma diventano più belli quando piangono.
Ho sognato che lei, seduta vicino al mio letto, mi sollevava dolcemente con le mani i capelli, facendomi sentire la gentilezza delle sue dita. Guardavo il suo viso, lottando con le lacrime che mi offuscavano lo sguardo, finché il languore delle sue dolci parole mi fermò il sogno, come una luce iridescente.
Gli angeli vennero a cercarla la trovarono al mio fianco, lì dove le sue ali l'avevano guidata. Gli angeli vennero per portarla via. Aveva lasciato la loro casa, il loro giorno più chiaro ed era venuta ad abitare presso di me. Mi amava perché l'amore ama solo le cose imperfette. Gli angeli vennero dall'alto e la portarono via da me. Se la portarono via per sempre tra le ali luminose. È vero che era la loro sorella e così vicina a Dio come loro. Ma mi amava perché il mio cuore non aveva una sorella. Se la portarono via, ed è tutto quel che accadde.