Illusioni,
castelli di sabbia
che tornano al mare
sono le mie illusioni
vacue speranze
di cose non vere
sogni fuguci di giovani arditi
sono le mie illusioni.
Già mai il sole
imprigionò
in quel triste meriggio
l'ombra fuggente
che allungò il
passo fino a
prendere al laccio
l'inconsistente nube
e con essa sparì
lasciandomi solo.
Sovente vieni a trovarmi
d'improvviso
dietro l'ombre della sera
prendi tutto
e non lasci niente
di silenzio ti nutri
e di acqua amara
t'inebri
le tue braccia
avvolgenti
sono
tetre catene
che scintillano
nel tenue bagliore
delle stelle.
E tutte le strade parevan d'oro
l'una era certa
l'altra incerta
l'una diritta
l'altra ricurva
l'una in avanti
l'altra indietro
e tutte le strade parevan d'oro
sotto la timida
e scostante luna...
E non c'è strada che non mi porti
al mare
non c'è inverno
che da qui
mi possa allontanare
muta è la spiaggia
ad ascoltare l'onda
che tosta torna
a sfiorarmi ancora
l'alma.
Non un nunzio
mandasti ad annunciar
la tua resa.
Come potevo sapere
come potevo immaginare?
Io che ordivo
trame e macchinosi
piani e assaporavo
il giorno in cui
da eroe avresti issato
il vittorioso vessilo
chino sulle spoglie
nella nuda terra
pianto un fiore.
Alfine giunta è oramai
la sera
il lampione scarno
illumina senza voglia
il bivio dell'incertezza.
Pallida è la luna
e una sola la stella
al di là è solo
buio.
Andare o restare?
C'era parso
di vedere il sole
dietro le fosche nubi
c'era parso
nel silenzio
di udire le rondini tornare
c'era parso
di poter cancellare
questa linea sottile
che divide
il cielo dal mare
c'era parso...
Ripongo in un cassetto
i petali
di un pensiero
tradito
Il tempo
mio fedele compagno
penserà a sgualcirli
e di essi non resterà
che polvere.
Dentro le stanze
vuote
dove solevi sostare
all'ombra dei pensieri
ci sei tu
come soave
profumo
dei ciliegi in fiore
che su queste
mura
disegnano un viale
dove i passi
sui teneri petali vermigli
non sono mai soli.