Scritta da: Rossella Porro
in Poesie (Poesie personali)
Come fa
Come fa
il vero
a perdersi
nell'illusorio?
Come fa
il non detto
ad essere
ascoltato?
Eppure
hai franteso
il vero
e udito
il falso.
Composta giovedì 1 novembre 2012
Come fa
il vero
a perdersi
nell'illusorio?
Come fa
il non detto
ad essere
ascoltato?
Eppure
hai franteso
il vero
e udito
il falso.
A te devo
fiumi di parole
che scorrono
nella mia mente
e solcano
le bianche pagine.
A te devo i sorrisi
spontanei,
il cuore in gola,
l'ansia dell'attesa,
il tremore della voce,
i mille dubbi
che si sciolgono
negli occhi tuoi
che si perdono
nei miei.
A te devo
il coraggio di
questi anni
persi a rinocorrere
sogni,
il diradarsi della nebbia
nel faticoso
mio cammino.
A te devo
gli attimi migliori
che pur nel numero
inferiore
sovrastano sempre i peggiori.
A te devo...
Com'è faticoso
trovarti nelle parole
di cui ti ammanti.
Se non conoscessi
il sapore amaro
dei tuoi sospiri
se non conoscessi
il caparbio piede
teso al dirupo
se non conoscessi
il ballo atroce
che fai ogni
notte con la morte
se non conoscessi
lo sguardo perso
ai giorni passati
e chiuso ai giorni a venire
se non conoscessi
la rabbia che ti fa
scappare da chi t'apre
le porte
forse riuscirei a trovarti.
Ricostruire
un castello di carte
venuto giù
per il troppo vento,
che ardua impresa!
Amico mio,
le carte non stan su,
le mani tremano,
gli occhi non sorridono più,
lascia le carte
e scegli la pietra,
la dura pietra
non verrà giù.
Le mie parole
hanno lacci
catene e
chiavistello
i miei silenzi
son la chiave
che apre
lo scrigno.
Cos'è questa
voce
che sento dentro
mai totalmente espressa
amorevole e dolorosa
prepotente e dolce
che scuote le mie membra
fino a farle sanguinare?
Cos'è questa
voce
che mi punge
come spillo
senza alcun preavviso
di notte in un sogno
di giorno nel vento?
Cos'è questa
voce
sottile padrona
nelle ombre della sera
timida luce
nelle mattutine veglie?
Cos'è questa
voce
se non
il tuo amore.
E ricordo
di aver visto
il tuo sorriso
mentre correvi sull'orlo
dell'abisso
ti chiesi
perché sorridessi
ma non ricevetti risposta
i tuoi occhi guardavano avanti
e il piede nudo
mai una volta mostrò
incertezza.
Ho bisogno di silenzio
perché non riesco più a sentirmi
il rumore del niente
mi ottenebra la mente
ho bisogno di silenzio
per riuscire a capire
cosa debbo fare
delle mille cose
a cui potrei anche rinunciare
ho bisogno di silenzio
per poter udire
la tua voce
tra milioni di voci
che mi sanno solo mentire
ho bisogno di silenzio,
ma tu non smettere
di parlarmi.
Non sono un poeta
né maestro
né filosofo
né oratore
srotolo la matassa
dei pensieri
che mai la bocca ardisce
proferire
e do voce a ciò che non ha voce
sottovoce perché
io mi possa udire
più di chi mi sta a sentire.
Da solo
e ancora solo
attraverso alfine la campagna
mentre l'ombra
s'allunga nel rosso
tramonto che preannuncia la sera.
Da solo
e ancora solo
ripenso al mattino
dove tu non c'eri,
non un bacio
pel buon
giorno
solo un malinconico ricordo
nascosto negli
occhi chiusi come finestre.
Da solo e ancora solo
allungo il passo
nella campagna
ormai stanca.