Poesie inserite da Salvatore Riggio

Questo utente ha inserito contributi anche in Frasi & Aforismi, in Umorismo, in Racconti e in Frasi per ogni occasione.

Scritta da: Salvatore Riggio

Lo stelo e il suo fiore

Come lo stelo e il suo fiore,
l'uomo della propria donna ha bisogno,
per sentirsi completo e aver un senso.
Cosi come lo stelo la sorregge e le da sostegno,
e l'amor come il loro sole,
l'acqua come la loro passione,
la terra come il padre e la sua benedizione
e il cielo che li avvolge, diviene la realtà che era un sogno.
Cosi il fiore profuma e inebria l'aria della sua essenza,
dalle sue radici trova la forza e mai potrebbe vivere senza,
come lo stelo non arricchisce il prato senza il suo fiore.

A che servirebbero separati se non esistere gli uni per le altre?
Composta giovedì 5 luglio 2012
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Salvatore Riggio

    La malinconia

    Col dolce origliare della schiuma sulla riva,
    le ginocchia al petto e conserte le braccia,
    un onda mi travolse fatta di sola malinconia
    che io non potei schivare, forse neanche l'avrei evitata.
    Sia dannata la mia anima, maledetta te che l'hai tradita!
    Di nuovo sola rimane, come del resto lo è sempre stata.
    Unicamente le lacrime sembran riuscir a tenerla compagnia
    mentre l'odio s'insinuava sempre più nel profondo del mio io,
    finché la rabbia furiosamente di tutto noi s'impadroniva.

    Al cospetto di questo cielo dipinto di mille sfumature rosa,
    l'onda finalmente ritrovò le vie per la sua casa,
    E così, come era venuta, se n'era andata.
    Quando posai il mio sguardo al cielo ormai dipinto di morte,
    mi accorsi che trascinò con sé sia il tuo ricordo, che questo fiore...
    Germogliatosi chissà quanto tempo fa nella mia essenza,
    ma ahimè! Anche una parte di me si disperse assieme ad essa.
    Composta venerdì 2 luglio 2010
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Salvatore Riggio

      Il mio ricordo di te

      Come limone
      sul marmo è la tua
      mano sul petto.

      Come il sale
      sulla ferita è la
      tua carezza.

      Tu come vento
      tra fiamme in un bosco
      a ciel sereno.

      Tu come ghiaccio
      esposta alla luce
      crepuscolare.

      Sei l'orizzonte
      d'un arido deserto
      con alcun fine.

      Io? Disperso!
      Con l'acqua che scarseggia,
      sogno la morte...
      Composta sabato 3 aprile 2010
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Salvatore Riggio

        Mia Principessa, mia regina

        Oh principessa del mio cuore di diamante!
        Lei è la prima che dolcemente sia riuscita a scalfirlo,
        l'unica per la quale vi è permesso entrare.
        Non so come, non so quando ma pian piano è riuscita ad aprirlo
        nonostante vi si presentasse dinanzi un recinto di spine ripugnante.
        Non si è mai lamentata del male che vi procurarono,
        un male che giuro non vi avrei mai voluto arrecare.
        Ora lei sta li, al centro esatto di questo mio cristallo
        ad osservar le mille crepature che dinanzi a lei si presentarono,
        a tale triste panorama lacrime sincere, sentite, caste caddero al suolo
        e il lor tonfo riecheggiò nel mio diamante diventato ormai suo castello,
        il quale ha scelto e proclamato lei come la sua regina,
        oh mia altezza che con attenzione, affetto, dolcezza e col suo amore!
        Ha riempito ogni singola crepatura salvandolo dalla sua rovina.
        Ora brilla, brilla più che mai abbia mai fatto d'una luce accecante,
        luce che non avrebbe potuto esserci senza le sue cure premurose.
        Ora è forte abbastanza da depositar via il recinto di spine ripugnante,
        il quale non ha più ragione di esistere grazie a lei, mia adorata regina!
        D'ora in poi sarò il suo scudo, la sua spada. La terrò sempre per mano
        e ogni suo sacrificio per me le prometto che non sarà stato invano.
        Mia principessa, mia regina, le chiedo perdono... la mia vista
        fu offuscata dalle mie stesse ferite che la sua non potei notare,
        ha visto in me il rifugio per la sua anima straziata, un'anima tradita.
        Son il punto di riferimento che per tanto tempo non è riuscita a trovare,
        ora la prego lasci che sia io a prendermi cura della sua ferita.
        Composta martedì 2 marzo 2010
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Salvatore Riggio

          Petali sul campo di battaglia

          Tra soldati i proiettili sentenziano
          la fine, il scandire degli ultimi battiti
          tra coloro che si ritengono nemici,
          Trafiggendo il loro petto macchiando il terreno di sangue.
          Tra soldati granate vengono lanciate, atterrano
          ai piedi d'un uomo. Scorre nella sua mente un intera vita,
          padre, madre, sorella, fratello, sua moglie, suo figlio, sua figlia.
          Ultimo pensiero suo fu: Non potrò riveder mai più mia famiglia!
          Lanciò urla di disperazione, urla straziati di una speranza svanita,
          quando invece il suo ultimo desiderio fu gridar il suo amore per loro.
          Tra proiettili che sfrecciavano nell'aria e corpi inermi distesi al suolo,
          in questa distesa tinta di rosso, osservai quest'orrendo spettacolo
          scorgendo l'ultima lacrima che quel soldato poté versare
          e col frantumarsi sulla terra fece un piccolo tonfo seguito da un botto,
          ora in tutte le direzioni giacevano i resti di ciò che era un uomo.
          Perché questa guerra? Alcun senso in tutto ciò io riesco a trovare.
          Vorrei che sparassimo soltanto petali di rose d'un intenso rosso
          e che la pianura non del sangue ma da esso si potesse colorare,
          vorrei che le granate sparissero e al loro posto stringessimo il pane.
          Non voglio più veder questa cortina di fumo offuscar il cielo stellato
          ma che vi siano nuvolo bianchissime ad avvolgerlo,
          un delizioso abito da sposa per una splendida luna
          e noi sotto di essa non divisa in due fazioni ma uniti, un tutt'uno,
          senza più nessun timore, senza più aver paura.
          Si questo voglio! Ma è solo un sogno e come tale irreale
          e per non cader in sonno eterno continuando a sognar,
          anch'io dei colpi purtroppo ho dovuto e dovrò sparare.
          Composta sabato 20 febbraio 2010
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Salvatore Riggio

            Giusy

            Ti affido questo a te, ne sarai la custode,
            non importa se talvolta lo graffierai con le unghia
            poiché il tuo palmo sarà un eterna carezza a questo mio cuore.
            Ti dono tutto me, considerami pure tuo
            ma non sarò tuo schiavo, nemmeno a te sarò incatenato,
            ne sarò la tua ombra, sarò molto meglio poiché io rispetto a lei vivo
            e ci sarò sempre non solo quando ce il sole di un giorno estivo.
            Passeranno mesi, passeranno anni ma giuro ti sarò sempre accanto,
            anche nelle notti piu buie che tenebre getteranno sul tuo cammino,
            farò in modo che la fiamma che arde in me li caccino via.
            Da sempre mi chiedevo quale fosse il motivo della esistenza mia,
            adesso che t'ho conosciuta so finalmente quale sia il mio destino.
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Salvatore Riggio

              Fino ai confini dell'infinito

              Te sei l'ossigeno per il mio cuore.
              Il respiro della mia anima.
              Il senso della mia vita.
              Te sei il palpito del mio cuore,
              ragione per cui esso batte ancora.
              Sei le ali che avvolgono la mia anima,
              che mi sollevano ogni giorno
              asciugando ogni mia singola lacrima,
              che non permettono che ne versi ancora.
              Te sei il mio sorriso, il suo riflesso.
              La mia felicità, la gioia nella mia vita.
              Te sei colei che ha strappato via
              le braccia  della solitudine che mi avvolgevano, che avevo addosso.
              Te sei la luce che accarezza il mio viso al mio risveglio nella mattina.
              Sei ormai più importante di me stesso.
              Sei, sei, sei e ancora sei la ragione per cui le parole
              non basteranno mai per descriverti appieno mio amore...
              Poiché la tua bellezza d'animo,
              si espande fino ai confini dell'infinito.
              Composta venerdì 8 gennaio 2010
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Salvatore Riggio

                La pioggia

                Se smettesse di piovere,
                smetterei di scrivere.
                È la pioggia che dirige la mia mano,
                le sue acque il mio inchiostro.
                E con ogni singola goccia che si frantuma sul terreno,
                da cui traggo la mia ispirazione
                e così che mi chiedo; Perché chiedere allor ciel sereno?
                Non è forse meglio che la pioggia non continui la sua peregrinazione,
                affinché io possa dissetare la mia passione?
                No, meglio di no allora,
                non voglio che lei muoia dissetata,
                che vagabondi in un deserto alla ricerca di un oasi,
                oasi che sarà difficile trovar, non sarà facile essere scovata.
                No, meglio di no allora.
                Poiché è la pioggia che dirige la mia mano,
                le sue acque il mio inchiostro.
                Se smettesse di piovere,
                smetterei di scrivere.
                Composta venerdì 8 gennaio 2010
                Vota la poesia: Commenta
                  Scritta da: Salvatore Riggio

                  Poesia

                  Ho il cuore lacerato e le mani ferite
                  e col loro sangue che scrivo
                  i miei versi, le mie poesie.
                  La stilo la faccio scorrere sulla carta che sa di nuovo,
                  intingendolo in quella pozzanghera che si è formata col mio dolore.
                  Ed ad ogni parola cerco di donare
                  mille sfumature di emozione e le do colore.
                  E se alcun brivido all'anima di chi legge riuscirò a suscitare,
                  se alcun sobbalzo riuscissi a provocare al cuore di quel lettore,
                  allora questo foglio apparirà di tonalità grigiastra
                  gli scivolerà via dalle mani, tra le dita
                  e il vento lo scaraventerà fuori dalla finestra.
                  Stracciandolo con le sue raffiche in mille pezzi
                  di cui la pioggia e il tempo non avranno pietà.
                  Diventerebbe un foglio come un altro di cui nessuno si ricorderà.
                  Composta martedì 5 gennaio 2010
                  Vota la poesia: Commenta