Le migliori poesie inserite da Salvatore Riggio

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Scritta da: Salvatore Riggio

Vicini, distanti...

Guardai la rugiada che sui fili d'erba si ripose,
brillando di luce propria sotto questa luna
che un essere insignificante mi fece sembrare.
Mi persi nei meandri dei miei pensieri,
pensai: Quale vicini eravamo, ci ritroviamo così distanti...
Non sai quanto desideri riaverti, tenerti stretta,
per un ultima volta poterti baciare.
Ma ormai le nostre strade si son divise
ed ora percorriamo diversi sentieri.
Chissà quando esse si riuniranno? Ma non conta,
poiché già so che per te non sono più importante.
Composta domenica 25 ottobre 2009
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    Scritta da: Salvatore Riggio

    Il sogno

    Oh Soave Creatura! Se solo fossi mia
    in viaggio con me ti porterei,
    senza la necessità di doverci spostare.
    Intanto mi basta che ti guardi
    e ad occhi aperti già da solo inizio a sognare.

    In quel sogno io e te
    andammo oltre la luna e il cielo stellato,
    con un penombra fievole
    che delineò il tuo viso.
    Dimostrandomi che io nessuno
    a parte te abbia mai tanto amato,
    e nel riflesso dei tuoi occhi intravidi un sorriso.

    Volammo liberi da una galassia all'altra,
    con te tra le mie braccia e stringendoti la mano
    ti avvicinasti a me ad un centimetro di distanza.
    Solo allora noi due riuscimmo
    a superare i confini della nostra immaginazione,
    dove nessun uomo è mai arrivato
    ma ci tenta infinite volte e in continuazione.

    Quando le nostre labbra si sfiorarono,
    scoppiò quel bacio e nel mio petto
    tu riuscisti a sentir battere il mio cuore,
    che insieme al tuo creò una dolce sinfonia,
    che distrusse il silenzio del nulla che ci circondò.
    È li che mi sveglio accorgendomi che è solo un sogno
    e che tale dovrà restare.
    Oh Soave Creatura! Se solo fossi mia,
    basterebbe che i nostri sguardi si incrociassero
    per far si che insieme potremmo sognare.
    Composta lunedì 12 ottobre 2009
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      Scritta da: Salvatore Riggio

      Addio...

      Era previsto tra qualche mese
      ma ora l'opportunità di fronte mi sta,
      una scelta difficile ma solo per evitare di soffrire
      più di quanto non faccia oggi,
      anche se male a qualcuno di sicuro lo farà.
      Non capirete questo lo so già da ora
      ma è la miglior cosa dirsi adesso addio,
      prima che mi affezioni troppo a voi
      e ritardare l'addio incrementerebbe solo la mia paura.

      Meglio essere soli fin da subito
      e non sentir la vostra mancanza!
      Piuttosto che esserlo lo stesso più in là
      ma sentirla, so che mi considererete stupido!
      Ma è meglio così, forza dopo non ne avrei abbastanza...

      Io ho scelto e vi prego di rispettare tale scelta,
      non venitemi a cercare, se la nostra
      amicizia per voi importanza ha avuto.
      Purtroppo io la porta... l'ho chiusa, non è più aperta!
      E credetemi, sono io il primo ad esserne, col cuore, dispiaciuto...
      Composta lunedì 26 ottobre 2009
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        Scritta da: Salvatore Riggio

        La bara, il fumo

        I credenti sono in maggioranza!
        Perché la verità dei non credenti è dura
        d'accettare, spaventa,
        incute timore, fa paura.

        Per loro è qualcosa di inconcepibile,
        preferiscono continuare ad illudersi,
        mentire a se stessi, credere nell'impossibile.

        I credenti sono in maggioranza!
        Perché la verità dei non credenti fa paura.
        La differenza tra me e loro è che io porto rispetto
        nei loro confronti, nella loro opinione, ma loro no!
        Mi trattano come se io fossi una sciagura.

        Un altro abisso tra me e loro
        è che io dubbi non ne ho, ho solo certezza!
        Loro di dubbi ne hanno un infinità,
        ma le difendono con la loro fede e con la loro "saggezza"!

        Ma in fondo li invidio...
        Io ho una paura matta di morire,
        poiché mentre loro se la spasseranno
        nel paradiso, espiando i peccati
        nel purgatorio e bruciando nell'inferno!
        Io sotto terra sarò a marcire.
        Non andrò da nessuna parte
        sarò in una bara incosciente
        e con un corpo non più funzionante,
        finche nulla rimane...

        Purtroppo anche il mio ricordo
        dopo un paio di generazioni
        e destinato a dissolversi.
        Come il fumo di una sigaretta
        che nell'aria scompare...

        ah! I credenti sono in maggioranza li capisco perfettamente,
        ma per favore non trattatemi male rispettate ciò che penso! Potreste
        non condividere, ma è solo un opinione e come tale innocente.

        Non sapete quanto io tema il nulla eterno!
        Anch'io vorrei credere nella fede ma non ci riesco,
        credetemi scambierei volentieri il nulla
        col bruciare nell'inferno...

        Ho paura del nulla.
        Composta giovedì 29 ottobre 2009
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          Scritta da: Salvatore Riggio

          L'araba fenice

          Un amore non ricambiato
          è destinato a soccombere!
          Ma con forza e pazienza
          dalle sue ceneri potrebbe risorgere
          una stupenda amicizia...
          Come l'araba fenice
          che in punto di morte
          avrebbe tanto voluto,
          ma purtroppo non ha potuto,
          raggiungere quell'orizzonte
          che intravide in lontananza
          ma non ci riuscii, poiché
          le è stata tolto anche l'ultima speranza
          per colpa delle sue ali ormai lacerate
          che necessitavano di cure,
          cure che non furono mai date.
          Fin quando la sopraggiunse
          inevitabilmente la sua sorte...
          Ma quando la fenice
          dalle sue ceneri risorse,
          fu pronta per spiccare un altro volo
          in cieli inesplorati,
          magari non quelli
          precedentemente sperati,
          voluti, ambiti, desiderati,
          ma scoprii che erano
          altrettanto meravigliosi,
          immensi, sconfinati.
          Pronta per riiniziare
          una nuova avventura,
          ritrovando la forza
          di viaggiare, volare, sognare,
          senza più essere afflitto
          da quella precedente anima impura.
          Composta giovedì 3 dicembre 2009
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            Scritta da: Salvatore Riggio

            Oltre la sporgenza, il volo

            A volte ho l'impressione
            che nulla su questo mondo davvero mi vuole,
            so solo che nel nulla vorrei sparire
            visto che nessuno mi ama, mi abbia mai amato,
            sarebbe decisamente migliore non essere, non essere mai stato.

            Camminando per strada mi accorgo
            che neanche un sguardo si posa su di me,
            come se non ci fossi, sono come un fantasma disperso
            che affetto e comprensione cerca ma che non trova
            e ciò mi ricorda di essere solo finché il pianto non poté trattenere.

            Ma non mene vergogno affatto tanto nessuno mi può sentire,
            la mia anima si sfoga e la lascio fare.
            La tristezza solo da quella porta in fondo... da quella via può uscire.
            So che proprio in momenti come questo vorrei avere
            qualcuno che mi ama che mi possa consolare.

            Ma ormai sono esausto, sono stanco
            e quest'altezza paura non fa,
            anzi sembra quasi un dolce richiamo.
            Presi rincorsa e con le braccia spalancate
            mi gettai da quella sporgenza finche non intravidi lei,
            pronta ad accogliermi con le sue braccia,
            con quei due occhi, quelle labbra che mai avrei dimenticate.
            Una donna con un lungo mantello nero,
            con quel sorriso sarcastico sul viso
            e qui che capii che quel dolce richiamo
            non era altro che un inganno che lei mi ha teso,
            ma ormai fu tardi, il volo era già iniziato.
            L'indomani su quell'asfalto mi avrebbero trovato disteso,
            ma nessuno se ne sarebbe accorto, nessuno!
            Perché in fondo non son mai esistito, come se non fossi mai nato...
            Composta giovedì 22 ottobre 2009
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              Scritta da: Salvatore Riggio

              L'invidia stellare

              Se solo avessi saputo che nel mondo esiste
              qualcuno meraviglioso e unico come te...
              Tempo fa ti avrei cercata,
              ogni mare avrei navigato,
              ogni monte avrei scavalcato,
              ogni cielo avrei sorvolato,
              persino nello spazio avrei viaggiato,
              solo per poter trovare te.

              Ecco...

              Guarda le stelle, fallo attentamente,
              osserva quanto sia mozzafiato la loro brillantezza.
              Loro ci invidiano appena ci vedono, lo fanno in continuazione,
              pur essendo belle già di per sé dimostrandolo col loro bagliore,
              sanno che non lo saranno mai quanto la nostra amicizia.
              Quanto il nostro amore.
              Composta lunedì 23 novembre 2009
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                Scritta da: Salvatore Riggio

                Lucia

                Lucia, oh Lù!
                Sei come una stella cadente che affascina tutti quanti
                con la sua scia che si riesce ad vedere in fondo all'orizzonte la, la giù.
                Ogni tuo gesto, tuo sguardo sensuale,
                porta l'uomo a chiedersi da dove sia giunto
                tale soave creatura, da dove possa arrivare.

                Lucia, oh Lù!
                Col tuo passaggio il silenzio sovrano divenne,
                talmente tanto che ci hai sorpreso, meravigliato,
                a tal punto che il tutto che ci circondò il fiato trattenne.
                Come se tutto quel che accadde di un miracolo si fosse trattato.

                Lucia oh Lù!
                Bastò quell'attimo di abbaglio, quel fascio di luce,
                per far si che negli occhi di chi vide te incantato rimase.
                Regalando al cuore una profonda emozione,
                distruggendo quella tempesta che l'anima fin ad allora stravolse.
                Ponendo una fine a questa tortura e donandole la pace.
                Composta sabato 24 ottobre 2009
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                  Scritta da: Salvatore Riggio

                  Il mio ricordo di te

                  Come limone
                  sul marmo è la tua
                  mano sul petto.

                  Come il sale
                  sulla ferita è la
                  tua carezza.

                  Tu come vento
                  tra fiamme in un bosco
                  a ciel sereno.

                  Tu come ghiaccio
                  esposta alla luce
                  crepuscolare.

                  Sei l'orizzonte
                  d'un arido deserto
                  con alcun fine.

                  Io? Disperso!
                  Con l'acqua che scarseggia,
                  sogno la morte...
                  Composta sabato 3 aprile 2010
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