Le migliori poesie inserite da Salvatore Riggio

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Scritta da: Salvatore Riggio

L'anima esiliata

Vedo solo desolazione
in queste terre dimenticate,
distruzione ovunque il mio sguardo voli...
Sul terreno le orme ancora fresche stampate
di quel caos che passò ponendo sul trono la confusione.

Vedo solo immensa tristezza
in questa pianura, dove il grigio prevale.
Il sole spento in questo cielo privo di vita...
Eppur un tempo questo vedere non era di un atrocità tale,
ricordarlo mi provoca un certo senso di disgusto, di amarezza.

Non vedo più niente in queste terre abbandonate,
talmente è confusa ormai la mia vista
che neanche al di fuori di ciò nulla di definito intravidi...
Ma come avrà fatto lei a ridursi in questo stato?
Mai avrei potuto pensare che io e lei per questo eravamo destinati,
ormai però dovrò accettare... vivere in queste terre come neo esiliato...
Composta lunedì 16 novembre 2009
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    Scritta da: Salvatore Riggio

    Dinanzi a te col mazzo in mano

    Ora mi ritrovo dinanzi a te,
    con che coraggio lo faccio
    non ne ho alcuna idea.
    Son qui sperando di ritrovare
    una speranza per poter in futuro
    la nostra storia riiniziare,
    anche se dopo quel che accade
    sembrerebbe soltanto una follia.
    Intanto un petalo di biancospino
    scorsi danzare nel aria che in terra cadde.

    Ora mi ritrovo dinanzi a te con questo mazzo di fiori
    stretto in pugno, mi accorsi che tu li iniziasti ad osservare.
    Il tuo sguardo era gelido mi sembrò che le camelie rosa e rosse
    si radrizzassero da quei due diamanti, quasi che stessero per gridare
    ed ora si alzò anche una leggera brezza, ho comesso un sbaglio
    presentarmi qui da te, la speranza si sta affievolendo e ne ho paura...
    Nel fratempo la porta, le finestre sbattero violentamente per la brezza
    che semper piu forte divenne e la luna piena si nascose tra le nuvole
    nere che sembrano voler piangere e che son a forma di calendula.
    Mi sa che anche lei inizio a non sopportare quel tuo gelido sguardo...

    Ora mi ritrovo dinanzi a te ma ormai mene son pentito,
    non ce bisogno di alcuna tua parola io so già di aver capito
    allora mi volsi, mene andai e intrapresi un nuovo cammino
    col mazzo in mano che il tuo sguardo ha fatto appassire,
    finche anche il mio non si posò sulla terra poiché rimasi colpito
    da quei due fiori che per poco calpestai! Un vilucchio, un ciclamino...
    Non credo che io possa mai più dimenticare quello che nel
    mio cuore, nella mia anima in questa notte ho sentito...
    Composta martedì 17 novembre 2009
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      Scritta da: Salvatore Riggio

      Mia Principessa, mia regina

      Oh principessa del mio cuore di diamante!
      Lei è la prima che dolcemente sia riuscita a scalfirlo,
      l'unica per la quale vi è permesso entrare.
      Non so come, non so quando ma pian piano è riuscita ad aprirlo
      nonostante vi si presentasse dinanzi un recinto di spine ripugnante.
      Non si è mai lamentata del male che vi procurarono,
      un male che giuro non vi avrei mai voluto arrecare.
      Ora lei sta li, al centro esatto di questo mio cristallo
      ad osservar le mille crepature che dinanzi a lei si presentarono,
      a tale triste panorama lacrime sincere, sentite, caste caddero al suolo
      e il lor tonfo riecheggiò nel mio diamante diventato ormai suo castello,
      il quale ha scelto e proclamato lei come la sua regina,
      oh mia altezza che con attenzione, affetto, dolcezza e col suo amore!
      Ha riempito ogni singola crepatura salvandolo dalla sua rovina.
      Ora brilla, brilla più che mai abbia mai fatto d'una luce accecante,
      luce che non avrebbe potuto esserci senza le sue cure premurose.
      Ora è forte abbastanza da depositar via il recinto di spine ripugnante,
      il quale non ha più ragione di esistere grazie a lei, mia adorata regina!
      D'ora in poi sarò il suo scudo, la sua spada. La terrò sempre per mano
      e ogni suo sacrificio per me le prometto che non sarà stato invano.
      Mia principessa, mia regina, le chiedo perdono... la mia vista
      fu offuscata dalle mie stesse ferite che la sua non potei notare,
      ha visto in me il rifugio per la sua anima straziata, un'anima tradita.
      Son il punto di riferimento che per tanto tempo non è riuscita a trovare,
      ora la prego lasci che sia io a prendermi cura della sua ferita.
      Composta martedì 2 marzo 2010
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        Scritta da: Salvatore Riggio

        Lo stelo e il suo fiore

        Come lo stelo e il suo fiore,
        l'uomo della propria donna ha bisogno,
        per sentirsi completo e aver un senso.
        Cosi come lo stelo la sorregge e le da sostegno,
        e l'amor come il loro sole,
        l'acqua come la loro passione,
        la terra come il padre e la sua benedizione
        e il cielo che li avvolge, diviene la realtà che era un sogno.
        Cosi il fiore profuma e inebria l'aria della sua essenza,
        dalle sue radici trova la forza e mai potrebbe vivere senza,
        come lo stelo non arricchisce il prato senza il suo fiore.

        A che servirebbero separati se non esistere gli uni per le altre?
        Composta giovedì 5 luglio 2012
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          Scritta da: Salvatore Riggio

          Libro dimenticato

          Il silenzio, la mia casa!
          Caccia via l'incertezza e la confusione...
          a loro neanche li fa entrare,
          per loro tiene la porta ben chiusa.
          Il silenzio, la mia pace!
          Senza tormenti l'anima mia può riposare
          da queste altrimenti acque agitate.
          Amo quando tutto tace.

          La solitudine, mia migliore amica!
          Mi aiuta a dimenticare, scordarmi di cose
          che prima troppa importanza ho dato,
          liberando la mia mente dal quella prigione
          in cui il caos regna incontrastato.
          La solitudine, mia salvezza, mia vita.

          Il mio essere un mistero
          pian piano si scopre, si svela!
          Ma solo per coloro che non
          si fermano alla sola copertina...
          Di questo libro pieno di polvere e di ragnatela,
          ma quasi nessuno va mai oltre per davvero.

          Il silenzio, la solitudine, il mio essere!
          Composta lunedì 16 novembre 2009
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            Scritta da: Salvatore Riggio

            Baratro senza fondo

            L'amicizia tra donna e uomo
            per poco tempo essa resiste solo,
            col suo scorrere incessantemente
            prima o poi in uno dei due essa si tramuta in amore.
            Per colui che amerà, sarà solo sofferenza e dolore,
            ma pur di starle vicino preferirà farsi del male.
            Un male che accetta volentieri perché senza di lei
            quel che ne verrebbe di sicuro sarebbe d'intensità maggiore,
            senza il suo dolce viso, quel sorriso, quegli sguardi, quella stretta
            di mano, quegli abbracci, senza sua dolce voce che canto soave pare
            sentirebbe in sé un vuoto incolmabile e profondo.
            Allora preferisce riempirlo di quel suo amore anche non ricambiato,
            che per lui rappresenta l'unico appiglio a cui si può aggrappare
            per non sprofondare inevitabilmente in quel baratro senza fondo.
            Composta lunedì 23 novembre 2009
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              Scritta da: Salvatore Riggio

              Il mio sguardo ti trova

              Ora che il mio sguardo ti trova,
              oh fascio di luce che penetra e trafigge
              queste minacciose nuvole di una notte offuscata,
              mi illumini la via, la strada da percorrere!
              Di questa città che per l'oblio sembra essere destinata,
              senza te dal labirinto fuoriuscito non sarei, dovendomi arrendere,
              mi sarei perso vagabondando senza meta in questa vita dannata.
              Non ti ho mai dato nulla ma sei qui intenta a volermi proteggere,
              sei il mio punto di riferimento, la stella polare che tanto ho desiderato.
              Mai a niente e nessuno permetterò che ci possano un giorno dividere,
              non ti perderò di vista ora che il mio sguardo ti ha trovato.
              Te che hai udito l'urlo del mio silenzio e l'ha ascoltato.
              Ormai altro dire sarebbe futile tranne che... Grazie di esistere.
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                Scritta da: Salvatore Riggio

                Poesia

                Ho il cuore lacerato e le mani ferite
                e col loro sangue che scrivo
                i miei versi, le mie poesie.
                La stilo la faccio scorrere sulla carta che sa di nuovo,
                intingendolo in quella pozzanghera che si è formata col mio dolore.
                Ed ad ogni parola cerco di donare
                mille sfumature di emozione e le do colore.
                E se alcun brivido all'anima di chi legge riuscirò a suscitare,
                se alcun sobbalzo riuscissi a provocare al cuore di quel lettore,
                allora questo foglio apparirà di tonalità grigiastra
                gli scivolerà via dalle mani, tra le dita
                e il vento lo scaraventerà fuori dalla finestra.
                Stracciandolo con le sue raffiche in mille pezzi
                di cui la pioggia e il tempo non avranno pietà.
                Diventerebbe un foglio come un altro di cui nessuno si ricorderà.
                Composta martedì 5 gennaio 2010
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                  Scritta da: Salvatore Riggio

                  Fino ai confini dell'infinito

                  Te sei l'ossigeno per il mio cuore.
                  Il respiro della mia anima.
                  Il senso della mia vita.
                  Te sei il palpito del mio cuore,
                  ragione per cui esso batte ancora.
                  Sei le ali che avvolgono la mia anima,
                  che mi sollevano ogni giorno
                  asciugando ogni mia singola lacrima,
                  che non permettono che ne versi ancora.
                  Te sei il mio sorriso, il suo riflesso.
                  La mia felicità, la gioia nella mia vita.
                  Te sei colei che ha strappato via
                  le braccia  della solitudine che mi avvolgevano, che avevo addosso.
                  Te sei la luce che accarezza il mio viso al mio risveglio nella mattina.
                  Sei ormai più importante di me stesso.
                  Sei, sei, sei e ancora sei la ragione per cui le parole
                  non basteranno mai per descriverti appieno mio amore...
                  Poiché la tua bellezza d'animo,
                  si espande fino ai confini dell'infinito.
                  Composta venerdì 8 gennaio 2010
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