So che ci sono immagini che non si posso svelare. So che ci sono oltre la barriera dei sensi, nel afasia e nell'immobilità del corpo.
Un viaggio parallelo, uno stato di inconscio, più evoluto. Mi racconta il potere dell'anima. Oltrepassa il sogno, prende forma una luce abbagliante, fa divenire immateriale ogni atomo. E riapro gli occhi per fame.
Non ho nessuno ma è come se sentissi cadermi addosso anime tristi. Ho una valigia vuota d'avanti alla porta... e non me ne ero accorta che stesse aspettando me perché lei attendeva me.
Nel pomeriggio ho incontrato il mare mentre il cielo stava per abbrunare e il vento tirava le sue labbra e mi parlava d'immenso.
Con gli occhi lucidi e i piedi di sabbia ti ho scritto ancora ho scritto ancora a te... ho ideato il tuo nome quando giungerai mi porterai nel tuo arcobaleno.
Ho un cuore si sveglia di notte urla il tuo nome ancora ancora non sa perdonarsi ancora perché gli fa male questo vuoto che lo inghiotte dentro questo labirinto di sgomento è un incubo che torna puntuale la paura che ha gettato la maschera e rivela il suo vero volto. Non so più sentire se non smetti di urlare non so più raccontarmi se cancelli il silenzio se la strada che tu cuore mi mostri è quella dell errore.
Vorrei ricordare ultimamente bisogno di esistere tra i sogni di un uomo e sentirmi importante. Invece tra le castagne e le bricciole sulla tavola mi uccido in conversazione con la noia mangio il silenzio. Poi penso a quante volte ti sei detto "domani domani domani", poi il tempo cambia nanna tu indossi sempre lo stesso vestito addosso e mi dici che prima i poi tornerà di moda.
Voglia di riaccendere il fuoco sciogliere il ghiaccio congelare l'aria. Voglia di cielo trasparente e non di mare che nasconde. Voglia di scrivere con una penna indelebile dal caldo inchiostro che cola sulle mie dita. Voglia di respirare e ad ogni respiro saziare quest'anima senza sale. Voglia di creare un raggio di sogno che chieda di vivere senza fretta perché il cuore ha già trovato il suo universo.
Ho vissuto come un ricordo, in un ricordo ho perduto tanto che adesso è tardi per ripensare. La tristezza che riveste il cuore come un serpente perde pelle. Adesso rimane solo la nutrice, la parte più limpida di cuore perché esso è stato limato dal malumore. Adesso emerge la parte più sensibile alla vita, come quando perdi la crosta della ferita, ma non sanguini più, rimane solo una macchia è questa la linea limite da non valicare per non vedere le oscurità dell'accaduto.
Non ho mai assaporato tanta purezza in un tempo per me poco alleviato. Proprio un dì per la prima volta ho parlato al guerriero mascherato dagli occhi grandi come ali aperti che scavano due canali braccia lunghe che ti sanno guidare braccia su cui potersi accasare. Cosi'pien di lume è il suo sguardo che in un attimo ti dà la forza per arrivare al traguardo. La sua sapienza sgorga naturale come sorgente e s'addentra come respiro amorevolmente. Un guerriero che combatte sprigionando la mente e le sue energie tanto da far sembrare le sue parole vere e proprie magie.
Osserverò il fluttuare dell'energia, tra specchi di rame e sabbia di vetro. Saliranno i mari al cielo e l'orizzonte sarà la strada verso la città perduta. Tra anelli che si snodano, fili d'erba che bruciano, gli occhi scriveranno una parola che fermerà il flusso del tempo, e una forma d'amore costruirà un nuovo presente.
Hai strappato fiori ed erba nel giardino dei miei sogni e le mie lacrime sono di zucchero dolce nettare per le api che bucano il mio volto. Hai ferito col tuo passo i semi che ho coperto tra la terra. Finita ora è a notte e vedo verde è questo prato e resto sola a ricordarti seduta sulla riva di un fosso che mai riempirò.
La pioggia che lenta cade come capelli in autunno le foglie che abbandonano gli alberi e volano nel vento, così i miei spiriti si staccano dalla mente e si perdono nel tempo. E poi il gelo come una voragine nel petto e dentro mi riporta sino a perdere ogni odore. Voglia di tremare. Io ti vedo tra sabbia calda sui miei piedi, e il buon odore della brezza di mare sei entrato dentro come una stagione e sei fuggito come un feroce temporale mentre pregavo non mi allontanassi mai. Mi hai lasciato ragnatele sugli occhi lanciato sassi sul cuore. Con il tempo la mente satura di obbrobri rinascerà in una paradisiaca stagione estranea ai chi quel tempo mi abbandonò nella foresta oscura e mai più conoscerà i suoi frutti e le sue sfumature. Perché le stagioni buone nascono dall'alternarsi di buio e luce, freddo e calore, e solo cosi nasceranno gemme di amore da stringere fra le mani nell'ora del terrore.