Iurn d fesht, lu cafon s'arivesht.
Nel giorno di festa, il cafone si veste elegante.
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Proverbi inseriti da Silvana Stremiz
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U ghjacaru chi suvita, un ha bisognu di dà li u bucconu.
Al cane che ti segue, non è necessario dar da mangiare.
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U fretu di marzu ghjentri in u corru di u boiu.
Il freddo di marzo entra nelle corna dei buoi.
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La salut sembr e li quatren or e mumend.
La salute sempre e i soldi ora e momento.
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Ie na cos fatt a ros, ros ni ie, azzik chi iè!
È una cosa fatta a rosa, rosa non è, azzecca cos'è!
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U duttore passa e vene, à chì ha u male u si tene.
Il dottore va e viene, ma chi ha un male se lo tiene.
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U cuccu, s'ellu un canta lu diciottu, o ellu hè persu o ellu hè mortu.
Il gallo, se non canta il diciotto, o si è perso o è morto.
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Il corvo dice che i più bei figli sono i suoi.
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Il cielo è a volta di pane: se oggi non piove, piove domani.
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A u cavaddu ghjastimatu, li luci u pelu.
Al cavallo maledetto, il pelo luccicò.
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