1a Parte. Sigilfredo. L'uomo più infame
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...nel giro d'un paio d'ore, la parte del corpo umettata fiorisce di pruriginose bolle bianche, il diametro và dal mezzo al centimetro e mezzo, insopportabili!
Difficilmente si può capirne l'origine.
Qualsiasi medico, figuriamoci quelli militari, si eleggono a Pilato e scrivono quindici giorni di licenza.
Come quelli che un paio di mesi prima scippai per delle bolle bianche sul torace.
Dimenticavo.
Dopo ventiquattro ore le bolle scompaiono.
Procurarselo uno scherzo.
All'epoca in Corso Italia a Genova era pianta d'abbellimento per svariati chilometri.
Infatti.
Verso le sette meno venti, poco prima dell'alzabandiera, l'ufficiale medico venne a farmi visita.
Non fu per cortesia.
Non poté far altro che diagnosticare nel rapporto delle vesciche non identificate.
Sentenziò sette giorni di prognosi, da espiare in osservazione nell'infermeria della caserma.
Il Dottor Palumbo mi salutò quasi sorridendo, mi apostrofò con affetto "Figlio di Puttana".
Nel pomeriggio comunque...
Nella bacheca della Compagnia, il mio nome figurò accanto a dieci giorni di c. P. r.
Abbandonata la verde cornetta con mia madre.
Sinceramente mi sentivo sereno; al confine del sereno.
La morte a quell'età è degli altri, ed io possedevo la fortuna di non averla mai "vissuta" da protagonista.
Poi mio padre.
Figuriamoci!
Il problema semmai, come cagionarlo al ... [segue »]
Composto domenica 20 marzo 2011
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