Le mie prigioni
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...colpa con un doblone per quegli occhi tristi. La seconda persona invece fu una ragazza vagabonda che stanziava intorno a me, mi guardava fumare e fu necessario un piccolo cenno perché si avvicinasse. Mi disse che era australiana, avrà avuto una trentina di anni ma ne dimostrava molti di più, girava il mondo dormiva per strada e sopravviveva di elemosina insieme alla comunità di saltimbanchi, musici e semplici straccioni che trovavi spesso piazzata su via Ruggero Settimo. Parlammo solo pochi minuti il tempo di fumare e la cosa che più mi colpì di lei furono i peli delle gambe, mi facevano sentire poco virile al confronto.
Fortunatamente avevo la mia stanza, fresca e assolutamente rilassante. Il vociare delle persone era impossibile da considerare rumore, era una costante, sfalsata giusto ogni tanto da qualche latrato subumano. Il banchetto mobile della musica era sotto la mia finestra e avrei dovuto trovare la forza di pisciarci sopra ma non lo feci. La musica dei locali? Un'inezia nemmeno si sentiva. Il flagello di ogni sera erano tutti i vari animali che arrivavano alla Champagneria con lo stereo a tutto volume su impianti da competizioni, non resisteva nemmeno il coatto che aveva alzato il volume,... [segue »]
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