Scritto da: Valerio Mancini

Le mie prigioni

Capitolo: 1

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...che abbassava dopo pochi secondi, tanto per farsi sentire, per annunciare il suo arrivo... e ne arrivavano tanti e gli stessi se ne andavano, a marcare il territorio con spruzzate di decibel per poi tornare a farsi due tarzanelli. Ripeto che la stanza era fresca perché era agosto e io dormivo con finestre e persiane chiuse. La stanza vibrava sotto i colpi dei superbassi e le finestre di carta scricchiolavano a ogni rintocco. La notte può essere molto lunga. Il colpo di grazia veniva dato molto tardi, quando il sole già si affacciava dall'altra parte, dopo il suo giretto quotidiano. Qualche spazzino solitario aveva lavorato nel buio raggruppando gran parte delle bottiglie di birra consumante durante la notte, una montagna. La montagna veniva fatta franare e portata via in un tuono di bottiglie che si stagliava mattiniero, solitario. D'obbligo il sonnellino pomeridiano, comunque una veglia punteggiata da scompensi di coscienza, c'erano da sopportare solo i tipici carretti siciliani che portano in giro i turisti... sui sampietrini. Un treno fa meno rumore.

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