Scritto da: Giancarlo Cotone

Il muro racconta


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...conca a forma di anfiteatro, su cui spiccavano le linee di Nazca, che conferivano un aspetto soprannaturale a tutta la zona. Due o trecento metri al di sotto dell'altopiano, puntando verso il lontano infinito Oceano Pacifico, si stendeva una fertile striscia pianeggiante di diversi chilometri di larghezza. Tra l'altopiano e la pianura sottostante, come a delimitare il bordo del primo e annunciare la seconda, sorgeva quella struttura che tanto affascinava Rodríguez e il suo team. La lunga striscia di pietra serpeggiava lungo tutto il bordo dell'altopiano, per una lunghezza di una decina di chilometri.
Per quanto si poteva vedere a occhio nudo, si trattava di una specie di muraglia non dissimile da uno di quei muretti a secco usati dai contadini per creare terrazze da coltivare. Certo, in genere le terrazze agricole erano alte un mezzo metro, magari in alcuni terreni ripidi anche due o tre, ma qui si trattava di una costruzione di diverse decine di metri di altezza. Quale mano poteva averla creata in un passato così remoto? Forse non era un caso che pochi chilometri più a est, in pieno deserto, i disegni intricati delle linee di Nazca indicassero che una mano gigantesca – forse la stessa? ... [segue »]
Composto lunedì 15 luglio 2019

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    Scritto da: Giancarlo Cotone
    Ha partecipato al concorso
    #IORESTOACASAeSCRIVO

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