Scritto da: Giancarlo Cotone

Il muro racconta


Scegli la pagina:
...dentro alla sua testa, e si era interrotta non appena la mano si era scostata.
Non era stata una sensazione sgradevole, anzi, gli aveva trasmesso impressioni piacevoli, e lui, incuriosito, decise di riprovare ad appoggiare la mano, e stavolta ve la tenne per qualche secondo. Le parole – perché di parole si trattava – erano aliene, ma il significato, per qualche ragione, era chiaro: si trattava di frasi d'amore. Il professore non potè fare a meno di ricollegarle ai graffiti che stava toccando: che questi gli stessero facendo arrivare un messaggio da epoche remote? O, più semplicemente, forse c'era qualcosa in quel tratto speciale di muro, che conservava la memoria di antiche tenerezze e la condivideva con i mortali che lo toccavano. Perplesso, appoggiò entrambe le mani alla superficie metallica, e ve le mantenne per un po' di tempo. Dopo qualche momento gli sembrò di estraniarsi da quel posto, anzi da quel tempo, e di vedere il mondo con gli occhi delle creature che percepiva attraverso il baratro dei millenni. Sentiva parole d'amore sussurrate, frasi e promesse scambiate tra innamorati seduti sul muro a guardare il tramonto. Vide il sole, un sole di un antico colore alieno, calare nel suo eterno viaggio dietro l'Oceano.
Il professor Rodríguez sedette con le gambe penzoloni sullo strapiombo e sorrise pensando a suo padre: dopotutto un muro non è sempre fatto per dividere. Chiuse gli occhi e si lasciò cullare dal suono di quelle parole d'amore che amanti vissuti secoli prima si erano scambiati guardando il tramonto dalla panchina più lunga del mondo.
Composto lunedì 15 luglio 2019

Immagini con frasi

    Info

    Scritto da: Giancarlo Cotone
    Ha partecipato al concorso
    #IORESTOACASAeSCRIVO

    Commenti

    Invia il tuo commento
    Vota la frase:0.00 in 0 voti

    Disclaimer [leggi/nascondi]

    Guida alla scrittura dei commenti