Scritto da: Angelo Vozzella

Sorrisi antiaerei, distrazioni di tufo


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...pigiama, qualcun altro una sola scarpa. Gennariniello raccontava a tutti che una scarpa l'aveva lasciata per strada, perché vestendosi mentre correva per arrivare al rifugio, l'aveva smarrita e, tra la folla e con gli aerei che iniziavano a sorvolare la Sanità, non aveva avuto il tempo di recuperarla. Era l'unico paio di scarpe che aveva, ma ci rideva su.
Le risate e i racconti esorcizzavano la morte. Non la morte fisica, quella dei corpi tra le macerie (ventimila le vittime napoletane dei bombardamenti americani), ma la morte interiore, di uomini e donne senza speranze, senza aspettative, gente che aveva perso tutto e non avrebbe saputo mai descrivere il proprio futuro. Così, descriveva gli attimi prima della distruzione.
Il marito della signora Cutarelli era in bagno e la sua vicina aveva appena messo il piatto a tavola quando l'avviso antiaereo aveva messo tutti in allerta. Raffaele aveva un occhio gonfio e nero ed i soldati che gli avevano portato una pezza inzuppata d'acqua ridevano anche loro. Scappando per strada, Raffaele si era scontrato con un asino. Testa e testa, il che era esilarante perché Raffaele era soprannominato nel quartiere "Lelluccio, cap'e ciuccio", testa di ciuccio, di certo non per la sua ... [segue »]
Composto venerdì 4 gennaio 2013

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    Info

    Scritto da: Angelo Vozzella
    Riferimento:
    Tratto dai racconti sui bombardamenti americani a Napoli nel corso della seconda guerra mondiale.
    Dedica:
    A nonna rosetta... mi manchi.

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