Sorrisi antiaerei, distrazioni di tufo
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Il sangue ribolliva, mentre le vene ai polsi palpitavano come il cuore. Una goccia di sudore si seccava sulla fronte. La bocca asciutta, il fiatone e le vampate di calore.
La grotta di tufo, invece, era fresca e accogliente: dopo una corsa in tutta fretta, in seguito al suono della sirena, mitigava la temperatura corporea, rinfrescava la pelle e sedava gli animi. C'erano anche i soldati richiamati alle armi a distribuire borracce d'acqua fresca. Tutti ne bevevano un sorso dopo la veloce fuga dalle proprie case, ma senza accalcarsi, ce n'era per tutti.
Il caos e la folla per strada, dove lo spirito di sopravvivenza dava gomitate al prossimo, si trasformavano in un clima pacato e familiare nella grotta. Si parlava con gli occhi, nel silenzio del tufo, si condividevano paura e rassegnazione con gli sguardi. I fischi dei caccia bombardieri erano fastidiosi come l'attrito delle unghia sul muro, ma, dopo un po', mentre fuori c'era la guerra, i cittadini del quartiere smontavano la paura ridendo tra loro. Si scherzava per come si era vestiti o sugli aneddoti più strambi legati alla fretta di scappare. Chi aveva la maglietta al contrario, chi la camicia abbottonata male, qualcuno aveva ancora il ... [segue »]
Composto venerdì 4 gennaio 2013
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