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...che mi parlava li seduto a quel tavolo, così scesi dalla sedia mentre mi avvicinavo alla porta gettai il rosario sul tavolino. Non ricordo bene ma ebbi una sensazione che non sapevo se fosse paura o felicità, giunsi alla porta e forse ammetto era paura, terrore. Apri la porta e osservai due occhi segnati e il viso bagnato dalle lacrime, non so, mi disse, non so come uscirne fuori. La guardai ed ebbi un momento di pena perché sembrava smarrita, alzò gli occhi e ritrovò un sorriso, mi accorsi che i nostri occhi sembravano due stelle nello stesso astro. La presi per mano e l'accompagnai delicatamente, proprio come un aggetto di valore fragile, nel mio appartamento sentivo che era più sola, più cattiva. Si calmò dopo aver sorseggiato una tazza di thè caldo, guadò intono e vide il disordine nella mia testa, appoggiò il thè con delicatezza sul tavolino e iniziò a parlare di me, si alzò avvicinandosi al letto. Si sdraiò con eleganza in mezzo ai cuscini e mi disse con te ero io la più forte, ma un pensiero ad alta voce disse è vero, con te stavo bene e se fossi una donna che ritorna e qui ... [segue »]
Composto lunedì 22 luglio 2013
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