Scritto da: Edoardo Roccabianca

Normalmente morte


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...non vivere diventa la ragione stessa della vita. Situazione alquanto strana, ma era la situazione che si era ritagliato e gli pareva andasse piuttosto bene.
Beh, un giorno mentre pensava a che sbronza si sarebbe fatto quando qualche luminare gli avesse diagnosticato un'inguaribile tumore, stava rientrando in casa e vide un'ombra strana. Entrò di soppiatto, appoggiò le chiavi sul comodino in entrata e andò con inconsueta calma verso il frigo per prendersi una birra. Lo stava aprendo quando vide nuovamente quella cazzo di ombra passargli dietro.
"Chi c'è?"
Silenzio.
"C'è qualcuno?"
Ancora niente. Beh, forse era il caso di aprirsi la birra.
"Sono io..." Una voce profonda e calorosa si era alzata alle sue spalle.
"Io chi?" Rispose tranquillamente Jack sorseggiando la birra.
"La tua più grande ossessione, la morte. Se ti giri puoi osservarmi"
Jack si girò con calma ed effettivamente c'era la morte. Proprio come la rappresentano nei film, mantello nero, tutto scuro sotto il cappuccio e lupara in mano.
"Ma sei come quella dei film! Speravo in qualcosa di meglio"
"Credevo che mi avresti riconosciuta meglio e mi sono travestita come mi immaginavi"
"Capisco. Vuoi una birra?"
Vide la morte titubare. "No, grazie"
"Perché? Sei in servizio?"
"No, non ancora"
"Quindi perché sei venuta a ... [segue »]

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