Scritto da: Adriana Romanò

L'ombra di me


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...befana della madre di Fabio, pazienza. ​ Si avvicinò al cancello del condominio e si sistemò nervosamente una ciocca di rossi capelli dietro l'orecchio. Fece per suonare il citofono, ma non riuscì a pigiare il campanello. Era come se il suo indice avesse perso consistenza, non esercitando più alcuna pressione. Riprovò ancora e ancora, ma senza ottenere alcun risultato. Che diavolo stava succedendo? Stava sognando? Eppure era tutto così vivido, seppure immobile. Aveva guidato fino a casa di Fabio, giusto? Sì... no... i ricordi erano confusi. Che avesse dimenticato qualcosa? Ah, ma certo... era morta, quel pomeriggio! Chiuse gli occhi e si accasciò sul marciapiede. Si fosse anche seduta sul manto stradale, le macchine l'avrebbero simpaticamente trapassata, come nei film horror che tanto amava guardare con Fabio. Quando si decise a riaprire gli occhi, era in chiesa. La chiesa della parrocchia. Il prete stava celebrando il suo funerale. La voce dell'anziano sacerdote a cui era tanto affezionata era rotta dalla commozione. Si era sempre chiesta come sarebbe stato poter assistere al proprio funerale, ma doveva ammettere che non aveva mai realmente considerato quella possibilità. Avrebbe potuto soffermarsi su molti dettagli: i genitori straziati dal dolore, la sua migliore amica che,... [segue »]
Composto lunedì 30 giugno 2014

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    Scritto da: Adriana Romanò
    Ha partecipato al concorso
    #IORESTOACASAeSCRIVO

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