Scritto da: Adriana Romanò

L'ombra di me


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...dell'altra. Ora Fabio era solo e in un certo senso anche Sara. Separati dalla vita, separati dalla morte. Non era ormai che un'ombra, su quella terra. E presto sarebbe passata in un'altra dimensione.
"È colpa mia, piccola. Avrei dovuto essere lì con voi in quella stupida gita in montagna... e invece ero in ritardo come al solito e siete partiti senza di me. Avrei potuto salvarti, avrei potuto prenderti..." singhiozzò disperato, tanto disperato da spezzarle quel cuore che ormai aveva smesso di battere. "Non darti la colpa" gli disse, ma ovviamente lui non la udì, "doveva andare così. Era arrivata semplicemente la mia ora."
"Sto arrivando, Sara. Non ti lascio sola, non ti lascio!" Esclamò facendola sussultare sul sedile. Gli occhi erano sbarrati e le nocche bianche stringevano con forza selvaggia il volante. Fabio premette sull'acceleratore. Ancora e ancora. A Sara sfuggì un grido e finalmente capì. Il suo ragazzo voleva uccidersi. Forse ci pensava dal giorno prima, forse i suoi nonni già lo sapevano. Ecco cosa ci faceva lì, su quell'auto: doveva salvarlo. Lo vide puntare verso un grande camion rosso. Sara inspirò a fondo e disse con voce calma ma decisa: "Ferma la macchina".
La cinquecento frenò ... [segue »]
Composto lunedì 30 giugno 2014

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    Scritto da: Adriana Romanò
    Ha partecipato al concorso
    #IORESTOACASAeSCRIVO

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