Il canto semplice
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...a cantare al sole la sua preghiera.
Il corvo attese il tramonto del sole e al sopraggiungere della notte si ritrovò ancora nei pressi della piccola afide, che anche senza veder il sole continuò a pregarlo.
L'indomani mattina al sorgere delle prime luci dell'alba, disse:
Afide tu sei l'essere più semplice che abbia mai incontrato, ti ho trovata finalmente.
La tua semplice preghiera si innalza al cielo di giorno come di notte, tu sei colei che attendevo e ti ho trovata tra i più piccoli degli esseri, tu sarai la voce.
Io sono solo voce corvo mio, non ho altro, voce e preghiera.
No tu sarai la voce.
La Voce dici?
Il corvo rovistò tra le sue piume e con il becco ne tirò fuori un bellissimo e lucente cristallo posizionandolo accanto all'afide, che vanitosa come una donna prese a specchiarsi non riconoscendosi però nell'immagine che vide riflessa. Infatti non vide più un afide ma una splendida ed alata fanciulla.
E si apprestò a dire al corvo:
Guarda uno specchio magico ti rimanda un immagine illusoria, carino.
Non è un immagine illusoria quella sarà la tua immagine se accetti di cambiare voce.
A parlare sarà la tua bocca ma le parole verranno da lontano, molto lontano.
Da dove?
Chiese l'afide.
Che importa da dove provengano le tue parole, tu in cambio avrai la tua metamorfosi.
Ci stò, quando incominciamo.
Disse in preda ad una strana euforia l'afide.
Ora disse il corvo.
dal libro "Le favole dell'anima" di Cleonice Parisi
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