Stregata da epoche antiche lo sono sempre rimasta…
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Nei reconditi anfratti dei miei lontani ricordi fluttuano candide dame in compagnia di esseri sventurati, fra la malinconica nostalgia dei rimpianti, fra centinaia di fredde e scheletriche statue... Il palpito immortale dei miei aneliti mi portò a sconfinati altopiani di foglie morte, inverni desolati e leggendari castelli. Fu in un cupo, interminabile corridoio che iniziai il mio cammino, da lì corsi attraversando centinaia d'antiche cripte nella cui suadente oscurità mi persi, immersa nella bellezza di languidi sguardi. Fino ad allora, le mie dame non incontrarono la strada del bosco, perché sempre rimasero in letargo fra le mura di mille fortezze e cupe magioni, tormentate da bestie grottesche nelle sotterranee segrete dei miei sogni.
Per sempre rimarranno onirici frammenti della loro desolata esistenza e i loro scenari continueranno ad essere immersi nelle nebbie, là dove il sole si perde per sempre e le rovine del sentimento si ergono ancora sotto il lacrimare dirotto di piogge e tempestose. La lucerna accesa per illuminare la mia oscurità smise di emettere i suoi lividi bagliori per lasciar posto alla luce del giorno...
Vago è il ricordo... ma riuscii a ritrovare il portone principale del castello, camminai su ponti levatoi e fui fuori, oltre le ... [segue »]
dal libro "Lacrime di pietra. Favole. Vol. 1" di Victoria Francés
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