Scritto da: Maurizio Ferrante

Malika


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...adattati i profumi più delicati e rari. Aveva le membra agili, bella di un'antica bellezza, come doveva essere apparsa Eva il primo giorno della creazione.
Eravamo nel cimitero di statue. Stava andando in rovina, tombe ormai senza più discendenti che se ne occupassero, foto in bianco e nero di volti antichi di donne fatali e lontane. Le erbacce s'erano impossessate della pietra delle lapidi, come serpenti s'infiltravano in ogni fenditura, facevano sbocciare fiori giallini nel marmo. Intanto, le radici avvolgevano in abbracci le salme, s'incuneavano tra le carni putrefatte, crescevano nelle ossa, nei teschi le cui orbite un giorno avevano osservato la vita, ora privi di coscienza e occhi per guardare, e i ricordi di quelle persone che erano stati s'obliavano di nuovo, come prima della nascita, nel nulla.
Da una delle statue davanti ad una cripta, da una spaccatura all'altezza del collo, fuoriusciva una strana escrescenza biancastra con striature gialline, che all'inizio scambiai per il collante usato dai restauratori, però osservando meglio mi parve più simile ad un'escrescenza fungoide.
"Che sarà quella cosa biancastra?", domandai a Malika. "È strana..." Mi limitai ad osservarla da vicino, non la toccai.
Malika, che era a qualche passo da me, non sembrava ... [segue »]
Composto giovedì 29 maggio 2014

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