Malika
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...avermi udito. S'era fermata davanti a un tempio dalle scalinate bianche e dalle alte colonne.
"Vieni!" Mi invitò a seguirla, ma non nel tempio, gli girò intorno, una stradina partiva di lato e costeggiava la costruzione. Seguii Malika. L'acciottolato della stradina era quasi tutto coperto d'erba e foglie secche.
Malika si fermò davanti all'inferriata arrugginita del cancello di una cripta e poggiò una mano sulla sbarra del cancello. La donna era di tre quarti e mi lanciava un sguardo sbieco, ricco di sottintesi, almeno così mi sembrava, e a questa mia impressione s'aggiunse la sua postura, quella di prostituta in un boudoir, ferma nell'attimo d'attesa che il suo protettore avesse terminato di stabilire il prezzo per venderla.
Malika distolse lo sguardo da me e fissò davanti a sé qualcosa, forse si attardò un po', come se non fosse decisa a proseguire, anche se nemmeno lei sapeva bene cosa la facesse titubare. Ma come si era presentato alla coscienza, quel pensiero, quel timore di compiere l'irreparabile, stato d'animo che stavo condividendo con lei, si dissolse. Malika avanzò nel piccolo giardinetto davanti alla cripta, ed entro nella cripta.
Era una di quelle tombe abbandonate da decenni, nel giardinetto che aveva davanti s'era ... [segue »]
Composto giovedì 29 maggio 2014
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