Scritto da: Andrea Bidin

Le fiamme della vergogna


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...non permettevano udienza, seguivano il marasma totale della folla spegnendo completamente le proprie suppongo innate abilità di giudizio. Questo era forse ciò che più mi colpiva ed infastidiva della mia città e non solo. Mi erano giunte voci che in tutta Italia si stessero verificando quelle tristi usanze "popolari".

Entrammo nel mezzo della folla cercando di farci spazio per raggiungere il centro della piazza, ove si sarebbe consumato l'immane gesto. Giulio come un forsennato spingeva e quasi si scazzottava con quelle persone che non avevano alcuna intenzione di cedergli il "posto in platea" così agognato. Che ridicoli, pensai con ribrezzo. Mi misi proprio dietro il mio amico per sfruttare la sua dirompente forza d'urto: un metro e novantacinque per centoventi chilogrammi, era un armadio.
Riuscimmo con fatica a raggiungere il "palco", io, senza fiato e pieno di dolori mi poggiai un secondo con le mani sullo stesso, per cercar di riacquistare un minimo le forze. Giulio cercò subito di salire per liberare Stella ma le guardie lo fermarono immediatamente e con un colpo di scudo lo fecero ruzzolare in mezzo alla folla.
Lo aiutai ad alzarsi dopodiché rivolsi lo sguardo verso Stella: mi osservava, con gli occhi pieni di lacrime,... [segue »]
Composto lunedì 8 febbraio 2010

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