Il Pettirosso
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La nebbia sfiorava il terreno, nascondendo gli steli secchi e le foglie cadute e oramai putride.
A tratti si sollevava appena dal terreno, lasciando intravedere quell'arido mondo.
L'umidità che aleggiava nell'aria, bagnava i rami; le poche foglie, che ancora resistevano a quell'inverno, stillavano gocce dalle punte...
Il silenzio era rotto solo da lievi fruscii e timide folate di vento.
Il pettirosso volava senza meta, stanco, infreddolito e affamato; cercava qualche bacca e un piccolo rifugio.
Niente di speciale, solo un angolo dove nascondersi e riposare le ali stanche... ma tutto in quel luogo sembrava morto, freddo...
Una folata di vento meno timida delle altre, sollevò la nebbia quel tanto che bastava perché il pettirosso scorgesse alcune bacche, nascoste in cespuglio.
Con le ultime forze che gli rimanevano, sbattè le ali più velocemente per arrivare al cespuglio, per raggiungere quelle piccole sfere rosse che occhieggiavano tra i rami; ma nella foga non si avvide che qualcosa si frappose fra lui e il cespuglio e, inaspettatamente, urtò e cadde a terra...
Quel qualcosa era ciò che viene definito un essere umano; l'essere umano lo raccolse con apparente gentilezza, e, tenendolo nel palmo della mano, se lo avvicinò al viso per guardarlo meglio.... [segue »]
Composto sabato 20 agosto 2005
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