Inutile incontro
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...testa.
Era stata una serata storta, e quella discussione avrebbe fatto da sceneggiatura.
Ero uscito con un mio caro amico, dopo almeno un anno che non ci si vedeva, per evidenti motivi
di spazi tra di noi. Ormai scendevo a Catania solo ogni sei mesi, allo scoccare delle ferie, e passavo
il tempo a girare la città, quasi non la conoscessi, incontrando tutti quelli che avevo lasciato, una
volta per uno. Il lavoro mi aveva preso, e vivevo nella costante possibilità di un ritorno alla vita di
sempre, la vita libera, per modo di dire, la vita vera, pre famiglia, pre carriera.
Man a mano che incontravo tutti, sentivo che avevano molte meno fiammelle accese di me, e
nessun istinto di libertà gli veniva più concesso. Vivevano tutti nella matematicità del tempo,
secondo il tempo, secondo il ritmo degli anni duemila. Tutto scorreva veloce, senza un goccio di
pioggia a bagnare la loro strada, senza una goccia di vino a liberare le loro ali, senza un vomito
improvviso per una bottiglia in più, senza più piacevole insensibilità. L'unico che avrei potuto
ancora trovare in sintonia di corde, sarebbe potuto essere Mario. Ma lui che aveva fatto, più di
tutti, della voglia di conoscere il suo credo, quella sera aveva ... [segue »]
dal libro "Facebook caffè. Il luogo dove si ascoltano i pensieri" di
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