Scritto da: Gabriele Ceci

il Times (Quadri di parole)


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...la cicatrice sotto l'occhio sembrava davvero che dalla vita avesse spremuto tutto, il giubbettino di pelle gli stava a pennello, e la catena gigante gli toccava quasi il piede, ma negli occhi non dava l'aria di essere uno che stava vestito così per stile, era la sua sacca, rifugio per dormire e per campare, così come poteva, tra lo spiccio regalato e l'occhiataccia delle vecchie tirava avanti, e più che incazzato sembrava proprio andato fuori, di testa, altrove, rimasto chissà dove chiuso tra un rimpianto dolente e di petto a un'agghiacciante ricordo, circondato solo da specchi, era la, seduto sullo schienale della panchina all'ombra del prossimo lampione.
Non c'era più traffico sulla parallela del corso, il vento era fermo, le macchine parcheggiate in fila facevano come da barricate sotto quei freddi grattaceli, riscaldati solo da tiepide finestre ancora incerte e tutto ciò che si sentiva nell'aria era il ticchettio non troppo veloce del passo di Peter che camminando, felice, aspetta di cadere a terra, inciampato in un rumore sordo, rotolando gli scappa la valigetta in avanti sul marciapiede, proprio sotto il piede di Mirko che è già li in piedi.
Lo stupore gelato di Peter sgocciola freddo sudore, nell'incomprensione, cosa ... [segue »]
Composto martedì 30 giugno 2015

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