Probabilmente è un bene non essere del tutto consapevoli della propria sofferenza. C'è un filo sottile che sa tenere unite la ragione ed un senso della responsabilità, ed è sufficiente per conservare un insieme di sensazioni che fanno si, ci sia sangue che scorra in tutte le direzioni. È necessario che quel filo non ceda mai. Il dolore per una mancanza sa rendere vegetali, prima che folli; tra il rimpianto di anni perduti in rassegnazione e poca coscienza del vivere, e una piccola dose di rabbia che stringendo i pugni al massimo, sa ricordarci quanto si è stati sbagliati. C'è una porta che è necessario sia sempre lasciata aperta per non impazzire. La porta della camera abitata meno, quella da cui sa partire la vita o il silenzio; La camera che non va mai lasciata al buio e non deve conoscere l'ordine delle cose; Tutti quei pezzi di puzzle sparsi ovunque sono la chiave del sorriso; sono il segnale di vita che abita li. I pezzi di puzzle, giochi all'aria e scarabocchi sui muri sono quel piccolo caos, che tiene in ordine il resto della casa. Sono il caos che tiene in ordine la vita di un padre come me. "Lascia pure tutto così vita mia, sistemerai domani o dopodomani, un'altro giorno." Ciao.
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