Cani dei Selvaggi - Basenji
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...avrebbero approfittato per usarle come bisturi con cui cambiarmi i connotati. Sono persone per bene loro, mi hanno cresciuto con una educazione, sono io lo stronzo che si è adagiato da tutt'altra parte. Poi c'erano delle panchine qua e là, sempre più traboccanti di scritte, quando dicevi che ormai non ci sarebbe entrato più nulla era proprio il momento che trovavi una nuova scritta e così all'infinito, l'unica salvezza fu il loro ridursi in condizioni man mano più minimali, almeno dove poggiavamo le chiappe noi incivili. Parte integrante era anche la piccola isola distaccata giusto da una strada larga appena qualche metro, comunemente chiamata cupola anche se cupola non era, possedeva una duplice funzione, riparo nei giorni di pioggia e sfogo artistico per chi ne sentiva bisogno, con tanto di frase a ricordare la paternità del muro.
"È inutile | noi scrive-
che | - remo
ridipingete | ancora."
Lampioni coronati da virtuali occhi vitrei davano l'idea che in qualche modo si cercasse di scoraggiare il degrado generale con la minaccia del controllo e della registrazione. Ed in effetti furono la rovina di molte persone poco attente o troppo sicure di se; ulteriori adornamenti erano dati dalle macchie di piscio e vomito ... [segue »]
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