Una vita nel nostro mondo
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...fuori dalla porta di casa e sento delle grida strazianti, era febbraio e gli uomini del borgo avevano la terribile usanza di uccidere il maiale per farne cibo; loro lo consideravano un giorno quasi di festa, vedevo le donne lavorare alacremente davanti a grossi pentoloni fumanti, gli uomini portare quei pezzi di carne rossi e trasformarli in prelibati alimenti che sarebbero durati tutto l'inverno e oltre. Non ho mai capito perché facessero questo, io mi tenevo in disparte perché pensavo che la stessa cosa potesse accadere anche a me. Le grida del maiale mi sono rimaste nelle orecchie per molto tempo; tanto più che quel tipo di carne non mi è mai piaciuto. Umberto la doveva pensare come me, perché notai che rimase scosso per qualche giorno alla vista di quello scempio.
E così passavano le stagioni, i ritmi sicuri cadenzati dagli eventi della natura; nessuno di noi possedeva un orologio, la nostra vita era regolata dalle voci che ci chiamavano per il pranzo e dal fiorire della natura o dal suo addormentarsi d'autunno, in quel piccolo borgo negli anni 50.
Ogni tanto Umberto si ammalava ed aveva la febbre alta, io volevo stare con lui ma mi fu sempre ... [segue »]
Composto domenica 28 gennaio 2007
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