La giacca magica
Capitolo: Una storia di provinciaScegli la pagina:
...gli sembrò più bello e più buono del solito. Quando si mise in poltrona, il cagnolino si accovacciò ai suoi piedi e lo guardò come solo i cani sanno guardare il padrone...
-Va bene, va bene! – bofonchiò l'uomo assonnato – Mi sembri una brava bestiola e questa potrebbe diventare casa tua... Del resto, io ho bisogno d'affetto. Certo, mica sei la Silvana tu... quella sì che è una donna! – e pensando al sorriso e alle morbide braccia della Silvana, Picardi scivolò nel mondo dei sogni. Così gli parve d'essere nella piazza del paese, accanto al suo cinema chiuso.
Tutto era coperto da una fitta nebbia ovattata, che attutiva anche i rumori, tanto che stentava a orientarsi. A un tratto cominciò a sentire un passo cadenzato, regolare, con un suono strano, un passo a tre tempi: " ta-ta-tac... ta-ta-tac..."
Emerse dalla nebbia l'omino grigio e Picardi, battendosi una mano sulla fronte, si dette subito la spiegazione dello strano ritmo: - E già! È zoppo! Ma... è piuttosto diverso da ieri sera...!! - si disse. Infatti l'ometto non aveva più l'aria schiva e dimessa, anzi!
Sul viso appuntito brillava un sogghigno intrigante e maligno e gli occhi, molto arrossati in ... [segue »]
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