Scritto da: CLAUDIO CISCO

Il vecchio e la ragazza


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...distante da casa, dove si fermava spesso a chiacchierare con le amiche di scuola, e decise di andarci. Lì vi era un po’ di fresco, e poteva ripararsi vicino agli alberi in perfetta solitudine. Vi arrivò in pochissimo tempo, vide la panchina e si sedette a gustare la pace di quel luogo lontano da tutto e da tutti, anche dalle sue micidiali fantasie, che, almeno in quel momento, sembravano averla abbandonata. Ora la ragazza cercava la solitudine, quella stessa solitudine che soltanto pochi istanti prima, sembrava chiuderla e annientarla.


   ... Mosè
Camminava da solo, assente, inghiottito dalla sua stessa solitudine. Era talmente stanco, consumato, lacerato che non aveva più neanche la forza di pensare. La mattina era trascorsa. Mosè aveva solo ingoiato una lattina di tonno sott’olio scaduta da tempo e bevuto due bottiglie di birra. Ma era rimasto sempre fuori, per la strada, faceva troppo caldo per tornare a casa e non se la sentiva di farlo. Vagava come un sonnambulo, un’ombra senza identità, trasparente come un fantasma. Sapeva di non dover andare in chiesa quel giorno e di potersi allontanare un po’ da Enna per non vedere sempre le stesse facce.
Tornò indietro e riprese il suo motorino,posteggiato ... [segue »]

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