Scritto da: CLAUDIO CISCO

Il vecchio e la ragazza


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...buoni con me, forse, glielo concederò, sì, mi darò a tutti”. Era distesa sul suo fedele lettino, a faccia in su mentre pensava tutto questo. Tutte le volte che doveva riflettere o meditare, la si poteva vedere in quell’identica posizione, nello stesso lettino come se riuscisse a trovare ispirazione solamente in quello stato. Quel suo lettino era la sua musa ispiratrice. Era sincera Fia quando pensava tutto questo, non poteva fingere a se stessa, proprio non avrebbe potuto farcela e non l’avrebbe fatto neanche con gli altri. Erano pensieri strani per una ragazza della sua età, sicuramente molto più grandi di lei, fuori dal comune che denotavano una maturità e una libertà di vedute e di pensiero troppo grande e profonda per essere stata partorita dalla mente di una quindicenne tanto più che abitasse in un paese sordo ad ogni forma di apertura. Ma di chi era figlia la piccola Fia per ragionare così? Chi erano i suoi veri genitori che l’hanno abbandonata? Forse era figlia di angeli o demoni, di profeti, di filosofi, di pionieri di nuove idee, o forse di extraterresti, di esseri alieni. No! Fia non poteva essere una ragazza normale come tante altre. Aveva qualcosa in ... [segue »]

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