Scritto da: CLAUDIO CISCO

Il vecchio e la ragazza


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...l'infinita innocenza. Lei che viveva felice i giorni della sua fanciullezza, lei che si affacciava con paura alla sua adolescenza. In quel tempo ormai lontano, Fia vedeva trasparire dai suoi occhi la magia di un mondo che sapeva di fantasia, e quante piccole e tenere cose tenute dentro, nascoste e segrete, il suo piccolo cuoricino non riusciva ad esprimere! Si ricordava di quando in lei sbocciava il suo primo e innocente amore, platonico, che le faceva provare dentro, qualcosa mai avvertita prima; era stato anche il suo primo dolore ma si era rivelato dolce lo stesso, come il succo d'una caramella e quelle prime lacrime possedevano ancora lo splendore della sua innocenza. Erano di amori fugaci i suoi pensieri, i suoi giochi tenere primavere e lei dondolava felice nell'altalena dei suoi desideri, come quando stringeva a sè la sua bambola che aveva perso ormai. E dipingeva di sogno i suoi giorni, colorava d'arcobaleno persino i suoi disegni, annotandoli dolcemente nel suo caro diario. Fia avrebbe desiderato tanto che qualcuno, con una bacchetta magica,  le avesse regalato una vetrina per riempirla dei suoi sentimenti. Così chiunque, sostando lì, scoprirebbe la ricchezza che aveva dentro. Ora stava crescendo proprio in fretta la ... [segue »]

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